Non profit

Fisco, semplicemente famiglia

Tremonti e Berlusconi annunciano una riforma a tappe

di Franco Bomprezzi

Lotta all’evasione e un nuovo impianto fiscale per le famiglie, per i lavoratori e per le imprese. Sembra riprendere slancio il tema della riforma del fisco. Ieri l’incontro con le parti sociali ha dato modo a Tremonti e Berlusconi di annunciare un lavoro a tappe forzate.

«Riforma del fisco in tre tappe» è il titolo di apertura della prima pagina de IL SOLE 24 ORE . «Il primo incontro con le parti sociali al ministero dell’Economia ha aperto ieri il cantiere della riforma fiscale». Le priorità saranno «famiglia, lavoro e ricerca», all’interno di un percorso che prevede una prima fase di «raccolta e analisi», cui seguirà la messa a punto del disegno di legge delega da presentare in Parlamento, «poi si passerà all’attuazione attraverso i decreti legislativi che attueranno i principi contenuti dalla delega». A pagina 2 Marco Mobili descrive quali potrebbero essere i contenuti della riforma, seguirà «tre direttrici» che «richiamano il “libro bianco” di Giulio Tremonti del 1994: dal complesso al semplice, dalle persone alle cose, dal centro alla periferia». La vera partita su cui si giocherà la riforma sarà «Disboscare le 242 voci di agevolazioni e sconti fiscali oggi esistenti». Complessivamente «valgono 142 miliardi di euro e da questo mare magnum sarà possibile reperire parte delle risorse necessarie per riscrivere il fisco del futuro. Non solo. L’altro passaggio chiave sarà la lotta a tutte le forme di evasione ed elusione fiscale e ancor prima una ricognizione tra le pieghe del bilancio con la possibilità di arrivare a un tavolo sulla spesa pubblica “per dare un volto alle singole voci”». Sul fattore famiglia, secondo le intenzioni del ministro, «occorre anche procedere a ulteriori razionalizzazioni, come ad esempio il possibile accorpamento tra le detrazioni e le esenzioni fiscali riconosciute dal fisco e gli assegni familiari erogati dall’istituto di previdenza. L’obiettivo potrebbe dunque essere quello di arrivare a prevedere una sola voce di costo per le casse dello Stato». Nel presentare il progetto Berlusconi ha citato le forme di «erosione della base imponibile», una giungla che «il governo promette di disboscare, tenendo conto che il mancato gettito per l’erario «ammonta a 140 miliardi. Le attuali regole sono un nodo di Gordio intollerabile», ha affermato il presidente del Consiglio. Mentre Tremonti annuncia: «L’anima delle riforme è la riforma delle anime, che in questo caso significa che tutti devono essere disposti a cedere un po’ di loro idee e interessi». Positive le reazioni di Confindustria: secondo Emma Marcegaglia «La riforma fiscale è lo strumento più potente per ridare stimolo e fiducia alla crescita». Mentre i sindacati sono divisi: «Cisl e Uil: “è un nostro successo”. Cgil critica», si riferisce a pagina 3. Approfondisce l’argomento l’editoriale in prima di Maria Carla De Cesari e Salvatore Padula: «Non sappiamo verso quali orizzonti ci condurrà la promessa riforma fiscale, che ieri ha mosso i primissimi passi al tavolo del Governo. A dirla tutta non sappiamo neanche se si sia davvero avviato un percorso serio e concreto per dare un volto nuovo al fisco. E neppure se il traguardo  potrà essere raggiunto prima della fine, naturale o anticipata, della legislatura. Naturalmente sarebbe un peccato capitale presentare una proposta su uno dei problemi di più antica radice che si rivelasse alla fine solo un’astuta promessa elettorale».

E’ l’apertura della sezione Economia del CORRIERE DELLA SERA il tema della riforma del fisco. “Tremonti: fisco, la famiglia è una priorità”, pezzo di Mario Sensini piuttosto vago sui contenuti della riforma annunciata da Tremonti e Berlusconi al tavolo con le parti sociali. Il giornalista segnala una frase forte di Tremonti: “Essendo il primo contribuente italiano quando leggo le dichiarazioni dei redditi di certe persone, conoscendo il loro stile di vita, mi vergogno. Dobbiamo fare un contrasto fortissimo all’evasione, anche con l’aiuto degli enti locali e dei comuni”. Per la riforma – aggiunge Sensini – il governo si è detto aperto a qualsiasi critica, suggerimento e proposta (ci sarà un sito aperto a tutti), anche dell’opposizione.

Apertura politica per LA REPUBBLICA (“Giustizia, voglio subito la riforma”) e taglio centrale per il fisco: “Tremonti alle parti sociali «Taglieremo le tasse alle famiglie»”. I servizi all’interno. “Famiglia al centro della riforma fiscale” è il titolo del primo pezzo di Roberto Petrini. Berlusconi e Tremonti allungano il passo sulla riforma fiscale: una mega riunione con le parti sociali ha dato il via a un gigantesco lavoro che prevede tavoli tecnici, discussioni aperte su internet fra accademici e categorie, presentazione della riforma in Ue, legge delega in Parlamento, decreti delegati, un nuovo codice tributario. Diversi i punti emersi nell’incontro di ieri: famiglia, federalismo, semplificazione e spostamento del prelievo sui consumi. «La priorità è la famiglia» ha detto il titolare dell’Economia, che pure è propenso a non tassare i Bot (come invece propongono la Cgil e la Cisl. «Si apre una fase interessante, ma bisogna tassare le rendite» ha aggiunto Bonanni). Scettico il Pd con Stefano Fassina: «prospettano una riforma fiscale epocale per non fare nulla, per arrivare a presentare un generico disegno di legge delega da approvare a ridosso della fine della legislatura, ossia fuori tempo massimo per emanare i decreti attuativi e quindi in modo da poter fare la campagna elettorale sulle tasse». In appoggio un dossier che spiega come l’orientamento del governo sia arrivare al quoziente familiare (costo complessivo 12 miliardi), ma senza tassare i Bot, affidando l’Irap alle sorti del federalismo fiscale e con una ipotesi di aumento dell’Iva. «È la famiglia responsabile di allocare i soldi, non lo Stato», ha spiegato Tremonti.

«Sarà un lavurà de la Madonna» è il commento del premier Silvio Berlusconi che IL GIORNALE  riporta nell’occhiello del pezzo che annuncia l’arrivo del nuovo fisco. In evidenza tre parole chiave: Arretrati  e Berlusconi dice « si tratta di cambiare un sistema  invariato da 40 anni. Siamo in ritardo»; Tre Tappe: «Si parte con la raccolta dati, poi la legge delega e una serie di decreti allegati»; Accelerazione «C’è già un calendario, i tavoli tecnici partiranno entro tre o quattro giorni». IL GIORNALE   insiste sul « coinvolgimento delle parti sociali». Antonio Signorini scrive: « ieri sindacati e associazioni delle imprese sono stati convocati al ministero dell’economia in via XX settembre per dare il via  al percorso che porterà  alla riforma fiscale». Si riportano le parole del Premier: «La riforma sarà realizzata con tutte le forze di buon senso e di buona volontà che ci sono state vicine negli ultimi mesi e che voglio ringraziare» che IL GIORNALE indica in Cisl e Uil. Spazio anche alle dichiarazioni di Tremonti che ha confermato la famiglia come priorità della riforma fiscale che, – spiega il quotidiano – non si sa se si tradurrà nel quoziente familiare, cioè un calcolo dell’imponibile che premi le famiglie, in particolare quelle numerose oppure  in un sistema di detrazioni».

«Apologhi e barzellette Arriva la legge epocale Sotto l’annuncio niente» è questo il titolo scelto da IL MANIFESTO per l’articolo di Galapagos (pagina 7) dedicato alla riforma fiscale: «C’erano tutti intorno al tavolo ovale, foderato di rosso: d’altra parte l’appuntamento era “appetitoso”: il governo discuteva con le parti sociali della riforma del fisco. O meglio: di un fisco più leggero per imprese e lavoratori (come chiede la Confindustria) o di un fisco meno arcigno che consenta al lavoro di recuperare la perdita del potere d’acquisto degli ultimi 10 anni, come chiedono i sindacati. O anche di un fisco più equo con le famiglie, come pretende l’Udc. La riforma fiscale è uno dei punti centrali del “nuovo” programma di governo, aveva giurato Berlusconi. Ma, dalla riunione di ieri non è emersa mezza idea. (…)Per rendersi conto del livello delle idee del governo, basterà citare una frase “filosofica” del ministro dell’economia e delle finanze. Secondo Giulio Tremonti “l’anima delle riforma è la riforma delle anime, chiediamo di cedere un po’ delle proprie idee all’idea degli altri, cedere un po’ dei propri interessi agli interessi degli altri nell’interesse comune”. Siamo così tornati all’apologo con il quale Menenio Agrippa cercava di convincere gli schiavi a piegarsi ai padroni, a dargli da mangiare» osserva Galapagos che affronta anche il tema dell’evasione fiscale sottolineando come Berlusconi «A chi gli parlava di intensificare la lotta all’evasione fiscale, ha risposto dicendo: attenzione, una mia azienda è stata accusata di aver evaso milioni di euro a palate e invece era innocente» e ancora: «Tremonti ha sostenuto che non bisogna mettere “il carro davanti ai buoi”. Con questo intendendo – abbastanza giustamente – che non si può far conto del recupero dell’evasione fiscale (cioè un gettito una tantum) per coprire una riduzione strutturale della pressione fiscale. Eppure erano stati proprio Tremonti e Berlusconi che in anni passati avevano proclamato che una riduzione della pressione fiscale avrebbe automaticamente ridotto l’evasione».
  
“Fisco, si cambia. Ma all’europea“- E l’unico pezzo che ITALIA OGGI, il quotidiano dei professionisti, dedica alla riforma fiscale. All’europea perchè, secondo quello che ha spiegato ieri Tremonti, «sarà inserita nel piano per la sessione europea di bilancio». Sempre per Tremonti «non si può immaginare una stagione di riforme indipendenti dalla stabilità». Il che implica, una riforma non pagata interamente solo dalla lotta all’evasione. Su questo aspetto, ITALIA OGGI riporta interamente le parole di Tremonti:«Sappiamo che c’è un altissimo tasso di evasione fiscale, che dobbiamo abbatterla e solo dopo fare i conti e usare quei soldi. I documenti devono essere euro-compatibili, con numeri precisi e credibili altrimenti avremo un affetto boomerang». Per quanto riguarda le anticipazioni sulla manovra, non ci sarà la tassazione delle rendite finanziarie, ci saranno interventi in favore delle famiglie, e si procede con la semplificazione dei regimi fiscali.

AVVENIRE dedica il titolo di apertura alle “Lacrime d’Europa” per la crisi economica. Dalla Gran Bretagna, dove Cameron prepara un pesante giro di vite, alla Francia, con Sarkozy che duella sulle pensioni fino alla Spagna di Zapatero che avvia un mega rimpasto di governo dopo il crollo dei consensi In questo quadro  si inserisce l’iniziativa di Tremonti che ha riunito ieri le parti sociali e ha aperto il cantiere della riforma fiscale promettendo “una grande semplificazione dopo 40 anni di rattoppi”. AVVENIRE ne parla a pagina 5 sottolineando che «il veicolo degli interventi sarà una legge delega, mentre riguardo ai contenuti Berlusconi e Tremonti  per ora hanno indicato la direzione di marcia su una strada resa stretta dall’obbligo di rigore nei conti pubblici». Semplificazione del sistema normativo, spostamento del peso delle tasse dalle persone alle cose e priorità alla famiglia sono le linee guida di una riforma che – ha subito avvertito il ministro dell’Economia – dovrà essere “eurocompatibile” e quindi non potrà essere coperta dal recupero dell’evasione fiscale. Intorno alla “riforma delle riforme” (come la definisce il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni) emerge una convergenza significativa tra il sindacato e il Forum delle famiglie. «Il cuore del rapporto tra cittadino e Stato, cioè il fisco, è claudicante», argomenta Bonanni, «e a pagare le conseguenza sono le categorie più deboli e la famiglia, che pure è punto di sostegno per i bambini e i non autosufficienti». Bonanni non condivide l’affermazione della Corte dei conti sulla mancanza di risorse per la riforma e indica la strada della lotta all’evasione fiscale, della eliminazione degli sprechi nella spesa pubblica e della riduzione dei livelli di amministrazione, esorbitanti al confronto con altri Paesi. La Cisl ha proposto un nuovo assegno per le famiglie che sostituisca le detrazioni fiscali. Dal Forum delle famiglie viene la proposta di una “no tax area” che moltiplichi il livello individuale della soglia di povertà (7mila euro di reddito) per un indice che tenga conto del numero dei componenti e di situazioni di debolezza.

“Riforma del fisco. Il governo promette: ‘Prima le famiglie’”. La riforma del fisco mira a recuperare fondi da quella «giungla degli sconti fiscali», come la definisce LA STAMPA a pagina 5, fatta di 242 erogazioni e esenzioni, che valgono 142 miliardi di mancato gettito. Il recupero di fondi tramite la lotta all’evasione fiscale è in secondo piano: Giulio Tremonti ha detto che la riforma dovrà essere «euro compatibile», con «numeri seri e credibili» e quindi «non può essere coperta dal recupero dell’evasione fiscale». LA STAMPA pubblica l’elenco delle detrazioni che il governo vorrebbe sforbiciare a pagina 5, per gruppi. Si va dagli sconti sulla casa, al bonus famiglie, a lavoro e pensioni, l’Iva (aliquote ridotte sui beni di prima necessità e su altri beni con funzione sociale), le accise, imposte sul registro e sulle persone fisiche. La parola d’ordine è razionalizzare. La famiglia verrà salvaguardata, promette Tremonti. Disboscare il sistema degli incentivi, dice il premier Berlusconi, «permetterà a suo tempo anche di abbattere le aliquote su famiglia, lavoro e ricerca».

E inoltre sui giornali di oggi:

MARONI
CORRIERE DELLA SERA – “Pronto il piano di Maroni per espellere i comunitari”, apertura di pagina 25. Domani il ministro dell’Interno Roberto Maroni dovrebbe portare in consiglio dei ministri le misure per l’allontanamento degli immigrati comunitari (compresi i rom) come già avviene per gli extracomunitari. “In realtà – scrive il CORRIERE – si tratta dell’ennesimo pacchetto sicurezza che dovrebbe contenere novità anche sull’accattonaggio, sulla prostituzione, con l’espulsione immediata per chi ha ricevuto il foglio di via, e sulla violenza negli stadi”. “La norma più delicata – aggiunge il giornale – è proprio quella sull’espulsione dei comunitari. Il rimpatrio riguarderebbe chi viola la direttiva europea che fissa i requisiti per chi vive in un altro Stato membro: reddito minimo, dimora adeguata, non essere a carico del sistema sociale del Paese che lo ospita, ad esempio con una pensione”.

TERZIGNO
IL MANIFESTO – Accento sulle mamme di Terzigno nel richiamo in prima pagina «Le barricate delle mamme di Terzigno» annunciando un viaggio nel cuore della rivolta dei comuni del vesuviano «dove le donne guidano la protesta e presidiano i blocchi, e gli uomini arrivano la notte per dare il cambio. E l’emergenza arriva a Napoli». L’articolo, a pagina 8, traccia un veloce racconto del popolo delle barricate, mentre in un breve box c’è l’intervento di Erri De Luca «”C’è in natura il turismo dell’orrore, esiste l’attrazione per la schifezza: vorrà dire che a Napoli selezioneremo il turista che viene a vedere la spazzatura”. Lo scrittore napoletano Erri De Luca commenta con una battuta amara le preoccupazioni del sindaco Rosa Russo Iervolino che si è rammaricata del fatto che la città non sia all’altezza della visibilità mediatica connessa al match di Europa League col Liverpool, in programma oggi al San Paolo, a causa dei rifiuti. “A me dispiace per i napoletani, costretti a scavalcare i sacchetti mentre camminano per strada. Di quello che penseranno gli inglesi non me ne frega niente… I rifiuti fanno parte della nostra leggenda – ha aggiunto – , alla fine Napoli è un miscuglio di magnifico e di atroce”.»

SOCIAL NETWORK
IL SOLE 24 ORE – L’inserto  NOVA su ricerca e innovazione a pagina 23 si occupa di «economia della condivisione», un settore «che sviluppa i suoi modelli: e le sue curve sono in crescita». Il titolo dell’articolo è «Ciò che è tuo è nostro». Si tratta dei risultati di una ricerca condotta dalla società di consulenza Latitude, in collaborazione con il magazine Shareable: «Condividere contenuti digitali ondine promuove un’economia della condivisione che travalica la rete e contagia la società in ogni suo ambito. Sostenere e facilitare la condivisione da parte degli utenti può creare  nuovo sviluppo, meno emissioni inquinanti e favorire un modello di società sostenibile».

FAMIGLIA
IL GIORNALE – “ L’Europa premia i mammi: ora la paternità è obbligatoria” è il titolo dell’articolo che annuncia che Strasburgo ha emanato una direttiva che prescrive il congedo di 15 giorni a stipendio pieno per i papà. Questa direttiva che dovrà essere recepita dalla nazioni dell’Unione è anche merito, scrive Il GIORNALE,  della eurodeputata PdL Licia Ronzulli che ha detto «La norma varrà anche per le coppie conviventi non sposate». Nel caso il neonato sia disabile il congedo si allunga di otto settimane in più per le mamme.

AVVENIRE – L’Europarlamento ha approvato ieri con 390 sì, 192 no e 59 astensioni una risoluzione che prevede un congedo di maternità con il 100% del salario di 20 settimane in tutta l’ Ue e di due settimane per il congedo di paternità. La risoluzione dovrà ora essere approvata dal Consiglio dei ministri dei Ventisette. In Italia il congedo di maternità è già più di 20 settimane (un mese prima del parto più quattro dopo oppure “due più tre”) per la madre mentre le due settimane per i neo-padri sono una novità. L’assemblea di Strasburgo è andata oltre il progetto della Commissione europea che aveva proposto come durata minima di congedo di maternità solo 18 settimane di cui non più di sei retribuite al 100%. Quando la questione verrà esaminata dal Consiglio dei ministri si annuncia battaglia da parte dei conservatori britannici i cui rappresentanti a Strasburgo hanno insistito sull’impatto che avrebbe questa misura, rendendo le aziende renitenti ad assumere donne.

LA STAMPA – “Maternità anche per i papà” titola LA STAMPA in prima pagina, con foto di Licia Ronzulli, in aula al parlamento Ue con la figlioletta neonata. La nuova norma approvata dall’Ue prevede due settimane a casa per i neopapà, senza dover chiedere permessi speciali e con pieno stipendio. Le donne, invece, potranno usufruire di almeno venti settimane a retribuzione invariata, soglia inferiore rispetto ai cinque mesi previsti in Italia, ma più alta rispetto ad altri, per esempio la Germania.

PAGAMENTI PUBBLICI
ITALIA OGGI – In prima pagina, c’è un richiamo alla direttiva europea che potrebbe rimettere in circolazione 180 miliardi di liquidità. Secondo il pezzo «La p.a. deve pagare in 30 giorni“ gli enti pubblici dovranno pagare le imprese entro un mese al massimo.  Le Asl avranno un mese in più. Pena, un interesse di mora dell’8%. Lo ha deciso ieri il parlamento europeo. L’approfondimento è a pagina 23. 

RAI
LA REPUBBLICA – “Garimberti: caro Saviano garantirò io la tua libertà”. Lettera aperta del presidente della Rai allo scrittore che ieri dalle pagine dello stesso giornale gli aveva scritto a proposito del programma con Fazio. «Io sulla libertà non tratto e di questa libertà mi faccio garanti e per questo confido che, superati i problemi, lei e Fabio Fazio saprete liberamente confezionare un programma di qualità rispettoso dei principi cardine del Servizio pubblico».

GRAN BRETAGNA
IL MANIFESTO – Apertura dedicata al premier Cameron, ritratto mentre addenta un lungo bigné, sottolineato dal titolo  «Non è la Thatcher» e dal sommario che rinviando all’articolo a pagina 4 scrive: «Il governo del premier Cameron annuncia la via britannica alla lotta contro la crisi: mezzo milione di dipendenti pubblici in meno e tagli per 80 miliardi. Azzerata la rete d’assistenza dell’era laburista, i poveri colpiti 13 volte più dei ricchi. Peggio dell’ex Lady di ferro». Di spalla all’articolo di apertura di pagina 4 dal titolo «Gentleman di ferro, Cameron taglia tutto» c’è un intervento di Giulio Marcon dal titolo L’esempio di Londra tagliare si può», riferito alle spese militari. «In Gran Bretagna il premier conservatore (al governo assieme ai liberali) David Cameron ha appena annunciato un taglio delle spese militari dell’8%: il risparmio in quattro anni sarà di circa 5miliardi e 300 milioni di euro. Ci saranno tagli al personale ma anche a caccia e navi da guerra. In Germania la cancelliera (di centro destra) Angela Merkel si prepara a fare di più: ben 8miliardi e 300milioni di euro di risparmi in quattro anni (…) Se si deve tagliare, cominciamo dalle spese militari e dai cacciabombardieri (e dai grandi patrimoni, dalle rendite finanziarie, ecc.) e non dalle scuole, dalle fabbriche, dagli ospedali» scrive Marcon che osserva come invece in Italia «il governo ha scelto questa seconda strada: massacra gli insegnanti e gli studenti (e i lavoratori, gli immigrati, i precari, ecc.) e salva i generali, i colonnelli e i loro pericolosi giocattoli da guerra (…)» E conclude: «Se proprio non si vogliono seguire i pacifisti, ci si affidi al buon senso di Cameron e Merkel. Non saranno di sinistra, ma hanno capito che, di fronte alla crisi, le spese militari si possono e si devono tagliare. È ora che lo capisca – oltre che Berlusconi – anche l’intimidito centrosinistra del nostro paese».

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