Non profit
Libera rompe le frontiere
Nasce la rete europea di Flare - Freedom Legality Rights
Fra le prime iniziative promosse dall’associazione di don Ciotti il lancio di un web magazine in inglese interamente dedicato alla lotta alle mafie Anche Libera, l’associazione fondata da Luigi Ciotti, si internazionalizza. E lo fa lanciando Flare – Freedom Legality Rights in Europe, una rete di circa 50 Ong e Onlus del vecchio continente che si alleano sotto uno stesso tetto per contrastare i tentacoli della criminalità organizzata. Una lotta alle mafie senza frontiere che basa le sue strategie sul modello italiano, quello che ha portato, grazie alle iniziative di Libera, all’approvazione della legge sulla “confisca e uso di proventi criminali per scopi sociali”.
Una semplice misura normativa che è un potente colpo al cuore dei boss e che ora, secondo Flare, andrebbe replicato su tutto il continente. Azione di lobbying (a Bruxelles), network diffuso (soprattutto nei Paesi extra Ue dell’Est Europa) e informazione: queste le armi con cui Flare, che nasce come una joint venture del sociale tra Libera e l’ong torinese Terra del Fuoco, pensa di aggredire il vortice di capitali illeciti e delle economie illegali. «L’Italia», spiega Roberto Forte, che dirige la squadra di 15 persone di Flare, con sede sotto il tetto di Libera a Torino, «è il Paese caposcuola in Europa in tema di confisca e riutilizzo di beni mafiosi. Grazie alla legge 109-1996. Ma non basta. Le bande criminali ormai operano a largo raggio, su scala continentale e mondiale. Servono perciò anticorpi adeguati, e leggi armonizzate, comuni a tutti gli Stati, e restituire alla popolazione i beni mafiosi».
E ora l’associazione mette online il primo giornale al mondo contro le mafie (ma il progetto prevederà anche una versione cartacea). La rivista, in inglese, si chiama Bright Magazine. In prima pagina la corruzione nel mondo del pallone, il business sporco dell’energia pulita, i cartelli della droga in Messico, il cyber crime. Insomma tutti i buchi neri dove si annidano le mafie. Dalla collaborazione con il Premio Ilaria Alpi e Novaja Gazeta è nato anche un concorso per sostenere progetti giornalistici televisivi, dove gli organizzatori (scadenza per presentare domanda è il 19 novembre) finanzieranno le quattro migliori proposte sul tema con 2mila euro di contributo ciascuno. «Si tratta di un piccolo aiuto», conclude Forte, «ma decisivo per promuovere un’informazione che torni a fare il suo mestiere, ovvero cercare o svelare quali intrecci alimentino l’economia grigia internazionale. Dal narcotraffico al contrabbando di rifiuti tossici gestiti da bande criminali che, ai tempi della globalizzazione, hanno preso a collaborare».
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