Economia

America record: in 45 milioni sotto la soglia di povertà

di Redazione

Aumenta la divergenza tra l’andamento delle borse e l’economia reale. Dal 1° settembre i listini americani sono saliti del 15% e più i dati economici sono negativi più le borse salgono. Venerdì 8 ottobre è stato comunicato l’aumento dei disoccupati di 95mila unità, e la reazione delle borse è stata +1%. Non è un controsenso? Ma di solito le borse non salgono quando l’economia va bene, aumenta l’occupazione e si prevedono maggiori utili? No, ora no.
Il ragionamento che fanno gli addetti è che più i dati sono negativi e più in fretta dovranno intervenire le banche centrali per dare una mano all’economia. Traduzione: hanno portato i mercati finanziari negli abissi con il disastro sui mutui, hanno preso i soldi dei contribuenti per salvare le banche dal baratro ed ora promettono un secondo intervento con l’acquisto di centinaia di miliardi di titoli di Stato per fornire la liquidità che stimolerà l’economia. Traduzione della traduzione: la Federal Reserve, che già con la prima manovra di oltre 800 miliardi non ha risolto nulla, estrae il secondo coniglio dal suo cappello stampando soldi. Ed è quello che il mercato chiede: tassi di interesse a zero, molti miliardi per speculare e borse sempre più in alto.
Ma la realtà ci racconta un’altra storia con la svalutazione del dollaro e materie prime sempre più care: da luglio il grano è aumentato del 25%, avena 75%, mais e riso 40%, soia 32%. La disoccupazione reale è salita al 17%, 41 milioni di americani beneficiano dei buoni mensili statali per gli alimenti e le persone sotto la soglia della povertà hanno raggiunto i 45 milioni, il 15% della popolazione.
Le banche centrali stanno giocando con i nostri soldi presentando un mondo senza inflazione fino a che la moneta non varrà più niente. L’1% della popolazione detiene la metà della ricchezza e paga tasse inferiori alla media, mentre la classe media scivola sempre più nella povertà. Non ci interessa vedere il Dow Jones arrivare a 12mila quando tante famiglie saranno costrette a vivere in auto o in una tendopoli a causa dell’irresponsabilità delle scelte dei banchieri centrali. Abbiamo già visto questo film nel 1930 e sappiamo come è andata a finire.

MA LA CRISI NON ERA FINITA?
L’indice tedesco ZEW scende a ottobre a -7,2 prevedendo una rallentamento economico nei prossimi sei mesi.


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