Formazione
Stop ai corsi di ‘cultura militare’?
In Lombardia l'ente che tiene i corsi si tira indietro dopo le proteste degli studenti. Ora parola al Provveditorato
Il progetto ‘Allénati per la vita’, che mira a diffondere la cultura militare nelle scuole superiori della Lombardia, ha i giorni contati. Per la sua completa bocciatura si attende la decisione del provveditorato regionale lombardo (che a oggi non ha ancora scelto una posizione ufficiale), ma di certo la rinuncia dell’ente capofila del progetto, l’Unuci, Unione nazionale ufficiali in congedo, assesta un duro colpo al regolare svolgimento delle attività programmate.
“Il protocollo è stato sospeso a causa delle strumentalizzazioni politiche che hanno seguito l’annuncio e che sono culminate con l’assalto alla sede Unuci di Milano operato da facinorosi che non possono essere sicuramente definiti studenti”, si leggeva lunedì 18 ottobre sul sito web di Unuci Lombardia (ma nella giornata di martedì 19 tale messaggio è stato rimosso), con riferimento alla protesta dello scorso 29 settembre da parte di un gruppo di giovani che chiedevano lo stop del progetto. La marcia indietro dell’Unuci sospende di fatto ‘Allénati per la vita’, ma la parola definitiva spetta al provveditore scolastico Giuseppe Colosio, a cui, nel pomeriggio di martedì, è stato chiesto invano un incontro da parte di un altro drappello di studenti recatosi davanti al provveditorato con volantini che riportavano la rinuncia dell’Unuci e chiedevano la sospensione definitiva dell’iniziativa.
Ben visto ma, a quanto sembra, non promossa né dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini né dal ministro della Difesa Ignazio La Russa (leggi qui), ‘Allénati per la vita’ giungeva quest’anno alla quarta edizione: destinato a 140 scuole superiori lombardi (per un totale di almeno mille studenti), prevede l’incontro tra esercito e scuola attraverso materie come come ‘Armi e tiro’, ‘Sopravvivenza in ambienti ostili’, ‘difesa nucleare, batteriologica e chimica’.
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