Non profit

Rifiuti, rivolta annunciata

Promesse mancate, discariche piene, Terzigno esplode

di Franco Bomprezzi

Due anni trascorsi invano. Tutti ricordiamo la Napoli ripulita dai rifiuti dopo il “ghe pensi mi” del premier Silvio Berlusconi e l’impegno di Guido Bertolaso per riparare alle incertezze e ai danni del governo Prodi e della giunta regionale Bassolino. Adesso siamo punto e a capo. E la protesta esplode violenta a Terzigno.

“Torna la guerra dei rifiuti” titola in prima il CORRIERE DELLA SERA. Che dedica le pagine 2 e 3 al racconto dei fatti e alla storia di questi due anni di promesse e di realizzazioni mancate. La protesta è a Terzigno: “Barricate e scontri per i rifiuti. La Iervolino: salute a rischio”. Le foto parlano da sole: turisti in giro per Napoli, in un pullman panoramico che passa davanti a cumuli di rifiuti, mentre a destra un ragazzo lancia bottiglie contro le forze dell’ordine schierate a Terzigno in formazione antisommossa, e, in alto, il rogo di un compattatore diretto alla discarica. Fiorenza Sarzanini racconta il retroscena politico. “I timori di Maroni: linea dura sui blocchi, ma evitare che diventi una questione politica”, sintetizza il titolo. Obiettivo del ministro dell’Interno è quello di evitare di far salire troppo la tensione. “Da settimane il Dipartimento di pubblica sicurezza – scrive la Sarzanini – aveva ben chiaro come la nuova emergenza rifiuti potesse degenerare. Perché i soldi promessi ai cittadini quando si era trattato di ripulire dai cumuli di spazzatura non sono mai arrivati. Il piano dell’esecutivo poi approvato dal Parlamento prevedeva veri e propri risarcimenti per le comunità che avessero accettato di ospitare una discarica sul proprio territorio. Alla promessa non è però stato dato seguito e questo è uno degli argomenti della protesta. A ciò si deve aggiungere che nella zona di Terzigno l’aria è davvero irrespirabile, come lamenta chi ha deciso di scendere in piazza”. Ma qual è la situazione oggi in Campania? Ottimo e documentato l’ampio servizio del corrispondente del CORRIERE Fulvio Bufi, a pagina 3: “Cave stracolme, impianti fantasma. Ecco perché è tornata l’emergenza” è il titolo. E l’occhiello aggiunge: “Chiaiano raggiungerà il limite già a giugno. Il termovalorizzatore di Acerra non ha mai lavorato a pieno regime”. Ecco l’inizio del pezzo: “Alla fine tutto si è ridotto a una questione di buchi. Buchi enormi e profondi da riempire giorno dopo giorno, finché c’è spazio per l’ultimo malloppo puzzolente, con la spazzatura che ha fatto vergognare l’Italia, e poi ricominciare daccapo da un’altra parte, con un altro buco ancora più grande e profondo, così che per stiparlo di immondizia occorrano più anni e il problema sia rinviato a quando forse ci sarà un altro governo, un’altra giunta regionale, un’altra amministrazione provinciale, un altro sindaco. O comunque quando sarà più difficile che siano ricordati i proclami entusiastici, le promesse, le garanzie che mai più Napoli avrebbe vissuto lo scempio dei sacchetti accumulati a ogni angolo, dei roghi che riempiono l’aria di diossina, della puzza e del rischio di malattie”.

LA REPUBBLICA apre con i problemi della tv pubblica (“Rai, Masi blocca anche Benigni”) e si occupa dei rifiuti campani solo a pagina 15. “Discarica di Terzigno, una giornata di guerra”. Nuovo blocco dei rifiuti e scontri con i manifestanti. «Manganelli a chi si oppone alla discarica Sari di Terzigno e all’apertura di un secondo sversatorio a Cava Vitiello. Donne, ragazzi, anziani sono stati caricati dalle forze dell’ordine ieri mattina»: inizia così il pezzo di Patrizia Capua. Che riporta anche alcune prese di posizione dei contestatori: «i militari difendono la cava Sari che è del fratello di Sandokan, boss di Casal di Principe»; «la polizia scorta la spazzatura e carica la brava gente. Lancia fumogeni ad altezza uomo. Hanno buttato il veleno per far morire i gabbiani». Nel frattempo le strade napoletane sono piene di spazzatura (circa 500 tonnellate) e il sindaco, Rosa Russo Iervolino, chiede aiuto al governo. “Campania aiutaci, non siamo come i leghisti” è il titolo dell’intervista nella quale la Iervolino chiede «al premier di intervenire» (richiesta cui la Protezione ha già risposto con una nota: «l’intera materia è di competenza delle amministrazioni territoriali che detengono in via esclusiva l’intero ciclo della gestione dei rifiuti»). Il punto, sottolinea Iervolino, è che «la Regione non ha un sistema di rifiuti strutturato. È tutto molto rigido e quindi molto fragile. Così al minimo intoppo salta tutto. Il comune può fare poco»… «è indispensabile realizzare il termovalorizzatore di Salerno e quello di Napoli e creare discariche dislocate nell’interno della regione». Quanto al rifiuto di Caserta che non vuole la spazzatura napoletana, si chiede la Iervolino «ci scandalizziamo se il Veneto fa storie per darci una mano e poi tra noi non ci aiutiamo? Ma siamo tutti leghisti?».

Il GIORNALE dedica a Napoli un titolo in prima, in taglio basso, “Ancora scontri per i rifiuti di Napoli: ridateci Bertolaso” che rimanda a pagina 18. Salvatore Scarpino commenta la guerriglia partenopea. «Terzigno s’infiamma e l’emergenza rifiuti a Napoli torna alla ribalta, come se il nastro della cronaca si riavvolgesse all’indietro. Nel paese vesuviano si scatena la violenza degli oppositori della discarica: camion incendiati, altri fermati sulla strada o costretti a tornare indietro», e poi«scontri, sassaiole sbarramenti di fiamme con l’Italia che subisce tumulti che si potevano evitare». Da qui il giornalista comincia a ricordare l’era Bertolaso. «il governo due anni fa aveva risolto l’emergenza» il come è scontato: «conferendo al capo della Protezione Civile Guido Bertolaso i poteri necessari. E ancora «dall’intesa fra la volontà del premier e l’impegno di Bertolaso era nato un meccanismo efficace, anche spiccio, che prevedeva l’impiego dell’esercito e la neutralizzazione dei poteri di interdizione così frequentemente esercitati dagli enti locali». In apertura di pagina invece Carmine Spadafora firma la cronaca degli eventi “Il fronte antidiscarica inquina ancora Napoli. Torna il caos rifiuti”. Il giornalista riporta gli eventi. I feriti sono «tre agenti e tre donne che manifestavano». La situazione ad oggi è che «da tre giorni i mezzi non possono scaricare la spazzatura nell’invaso Sari». 

«La polizia contro la protesta di Terzigno» è questo il titolo del piccolo richiamo in prima pagina de IL MANIFESTO che anticipa i contenuti di pagina 6 scrivendo: «Gli agenti in tenuta antisommossa scatenati contro cittadini inermi che manifestano e bloccano la discarica: sei feriti. Il sindaco di Napoli Iervolino lancia l’allarme: “Adesso è a rischio la salute”». A pagina 6 sotto il titolo di apertura la foto degli scontri di Terzigno presenta in primo piano due donne di mezza età e dall’aria innocua circondate dai poliziotti in perfetta tenuta antisommossa. Nell’articolo si osserva: «Un’altra Chiaiano, un’altra Pianura, la storia che ciclicamente si ripete uguale a se stessa e che ieri ha offerto un’altra pagina di tensioni sulla crisi, mai risolta, del ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania. Scene di guerra, ancora una volta dei cittadini di Terzigno che chiedono sia rispettata la loro volontà perché non vogliono una nuova discarica, e allora alzano barricate, incendiano camion, appiccano falò, nell’estremo tentativo di farsi ascoltare (…)». Di spalla nella stessa pagina si ragiona sulla classifica di Legambiente sull’Ecosistema urbano e si punta sulla classifica letta tenendo conto della questione rifiuti, per quanto riguarda la raccolta differenziata «In testa Pordenone, Novara e Verbania con indici lusinghieri: 76%, 73%, 72%; al quarto posto Avellino con 63% e al settimo Salerno con il 61%. Napoli è 80° con il 18,60%. È un dato di fatto che più si utilizza la differenziata, meno si può rifornire il termovalorizzatore di Acerra (…)».

“Rifiuti, alta tensione a Terzigno” è il pezzo di cronaca sugli incidenti nel napoletano de IL SOLE 24 ORE. Francesco Prisco racconta degli incidenti ma anche della situazione dei rifiuti a Napoli: «20 tonnellate di rifiuti giacciono per le strade di Napoli e a queste vanno aggiunte le 600 tonnellate contenute in 80 compattatori carichi che non hanno potuto conferire. Un po’ come accadeva fino a due anni fa. E cioè nel pieno dell’emergenza rifiuti». 

“La battaglia dei rifiuti” è il titolo di apertura su AVVENIRE che dedica il Primo Piano al caos nella discarica di Terzigno con scontri e barricate. Altra giornata nera nel Parco del Vesuvio, con episodi di violenza e decine di mezzi fermati e danneggiati. I sindaci del Parco del Vesuvio sono in rivolta sui finanziamenti promessi per le “compensazioni ambientali” e che dovevano arrivare già due anni fa per costruire strade e aree attrezzate. All’appello del sindaco Jervolino che ieri aveva chiesto aiuto a Berlusconi parlando di 1.000 tonnellate di immondizia a Napoli, la Protezione civile ha risposto che «la materia è di competenza delle amministrazioni territoriali». Emblematico per capire la gravità della situazione l’appello del sindaco del paese di Quarto nell’area flegrea che ha invitato i suoi concittadini a «tenere i rifiuti a casa». A pagina 5 un’infografica riassume i numeri impressionanti dell’emergenza infinita: 1.458 aree soggette ad abbandono incontrollato dei rifiuti, 3.733 siti contaminati o potenzialmente contaminati, 5.281 siti fuori controllo. Spiega Valeria Chianese: «Da 16 anni il copione è sempre lo stesso: conflitti di competenze e strutture inadeguate… La legge anticrisi del 2008 ha diviso le competenze, affidando lo spezzamento ai Comuni e lo sversamento, attraverso le cosiddette società partecipate, a Province e Regione…. Ma il problema principale sono i soldi, che non ci sono, al contrario dei debiti, che hanno cifre a più zeri. Quindi società senza poteri e niente impianti».

“Caos rifiuti, il fronte della guerriglia”. LA STAMPA racconta a pagina 21 le barricate di dimostranti che sbarrano la strada ai camion di rifiuti diretti alla discarica di Terzigno. C’è chi, come il sindaco di Quarto, invita a tenersi i rifiuti in casa almeno fino a mercoledì, chi come il sindaco di Napoli Russo Iervolino scrive al presidente del Consiglio invocando aiuto, e chi continua a “resistere” sulle barricate di fortuna issate lungo la strada che da Boscoreale conduce alla discarica. Finora sono stati danneggiati sedici mezzi per la raccolta e dato alle fiamme un autocompattatore. E la protesta non si ferma: ieri c’è chi con una ruspa ha spostato un grande masso in mezzo alla strada che porta all’ex cava Sari.

E inoltre sui giornali di oggi:

CELENTANO
CORRIERE DELLA SERA – “L’italiano che precipita” è il titolone di una pagina dedicata al logorroico intervento di Adriano Celentano ospitato dal CORRIERE. Nuova alternanza di rock e di lento. Con una imprevista simpatia per Beppe Grillo. Comunque da leggere, anche se pare un po’ appannato.

MARICICA
IL MANIFESTO – «Maricica Hahaianu, l’omicidio di una donna all’ombra del razzismo» è il titolo in prima pagina del richiamo al commento (a pagina 10) di Sandro Medici sull’omicidio nella metro di Roma che, sotto il titolo «L’ombra razzista sugli amici di Alessio Burtone», scrive: «Affetto, amicizia, forse pena. I sentimenti che animano i ragazzi e le ragazze che invocano “Alessio libero” e lo scrivono sugli striscioni ci inviano una domanda a cui non possiamo sfuggire. Perché il giovane Alessio Burtone non andrebbe punito più di tanto? Perché un cazzotto assassino sul mento di una donna (“troppo sicura di sé” – spiega la madre del ragazzo) in fondo non è poi così grave? (…)» e continua: «(…) Immaginiamo tutto ciò a parti invertite. Se lo scazzottatore fosse stato un ragazzo romeno e la vittima una signora romana, non ci sarebbe uno striscione a invocare libertà ma una forca allestita in piazza. Nessuno lo dice e forse non lo dirà mai, ma tra quei ragazzi che fino a ieri pomeriggio si aggiravano sotto casa di Alessio Burtone potrebbero essere in molti a pensarla così: quel che ha fatto il loro amico è meno grave perché a morire è toccato a una romena e non a una romana (…)».

IMMIGRATI
AVVENIRE – A pagina 4 un dossier sullo sfruttamento degli immigrati svela che è in nero metà del lavoro straniero. L’allarme di Caritas e Gruppo Abele parla di 100mila immigrati abusivi nelle campagne del Sud. Il fenomeno della tratta è in continua crescita. Le vittime pagano dai 2 ai 3,mila euro per uno pseudo contratto che si rivela poi un imbroglio. Assoldati come stagionali al Sud e manovali al Nord, devono versare il 60% dello stipendio agli intermediari.

FRANCIA
IL MANIFESTO – Sugli scioperi in corso in Francia contro la riforma delle pensioni IL MANIFESTO intervista Robert Castel, lanciando l’articolo con un piccolo richiamo in prima. A pagina 3 sotto il titolo «Tempi di vita e di lavoro I giovani si fanno sentire» si legge: «Oggi c’è una nuova giornata di mobilitazione, con cortei in tutta la Francia, contro la riforma delle pensioni. È la sesta giornata di protesta in un mese e mezzo. Ma giovedì la legge passerà al Senato, dopo essere già stata approvata dall’Assemblea. I sindacati si riuniranno giovedì per vedere il da farsi. Ma l’unità sindacale, che resiste ancora nei cortei di oggi, dà segni di fragilità (…)». Castel, sociologo specialista del mondo del lavoro osserva che: «C’è un paradosso, una mobilitazione abbastanza forte, con la gente molto determinata a battersi, e questo è un dato importante. Ma nell’immediato il governo e Sarkozy non cederanno. Non possono cedere, perché per loro sarebbe una sconfitta. La legge passerà. In un primo tempo gli effetti sul fronte sindacale potrebbero anche essere negativi. (…) Il problema del sindacalismo francese è la sua debolezza quantitativa, con meno del 10% di lavoratori iscritti, ma anche la dispersione in molte organizzazioni» e sulla presenza dei liceali afferma: «È un indizio di uno scontento generalizzato, del discredito della classe politica in generale e del governo in carica. I giovani manifestano soprattutto la paura verso il precariato, per l’incertezza del domani. I più coscienti tra loro sentono che avranno posizioni sociali inferiori a quelle dei loro genitori (…)».

EUROPA
LA STAMPA – “Nuovo patto per l’Europa”. LA STAMPA apre l’edizione di oggi con il nuovo patto di stabilità europea, siglato all’insegna delle sanzioni per chi sgarra e sotto la spinta di Francia e Germania. Il meccanismo messo in moto dalla catastrofe greca ruota attorno a due pilastri: un monitoraggio più attento a livello centrale e la minaccia di punizioni severe. Soddisfatto Tremonti: sono norme flessibili, ragionevoli e gestibili per l’Italia.

ICI
LA REPUBBLICA – “Addio esenzione Ici per la Chiesa dal 2014”. il governo si appresta a cancellare parte delle esenzioni fiscali concesse alla Chiesa, fra cui il non pagamento dell’Ici (valore complessivo circa un miliardo di euro). Dal 2014 ospedali, scuole, alberghi e circoli della Chiesa verseranno le stesse imposte degli imprenditori privati. Lo prevede un comma del decreto sul federalismo fiscale. Continueranno a non pagare i luoghi che godono dello status extraterritoriale. Colpito pesantemente anche il non profit: dovranno cominciare a pagare le associazioni sportive (ad esempio per la palestra) e le case ristrutturate per disabili o tossicodipendenti.

FISCO E FAMIGLIA
IL SOLE 24 ORE – “Il fisco riparte dalla famiglia”: «Il “fattore famiglia” è la prima carta che il governo potrebbe calare sul tavolo del nuovo fisco. Tra le idee che saranno analizzate domani durante l’incontro tra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e le parti sociali, potrebbe esserci l’unificazione delle attuali voci di spesa dello stato per sostenere i nuclei numerosi: il fisco con le detrazioni e l’Inps con gli assegni familiari. La strada da battere, con tutta probabilità, sarà quella di ricondurre in unica voce il sostegno alle famiglie magari lasciandolo all’assistenza e non al comparto fisco. (…) L’ipotesi estrema potrebbe essere quella di eliminare le voci di detrazioni, deduzioni, bonus e crediti d’imposta che oggi occupano pagine e pagine delle istruzioni e dei modelli di dichiarazione. Si pensi alla detrazione degli interessi per mutui, ormai spalmata su più pagine in virtù della data di acquisto dell’immobile o della sua tipologia».

DROGA
LA STAMPA – “Diamo soldi ai drogati se si fanno sterilizzare”. Choc in Inghilterra, dove è sbarcata l’ong “Project Prevention” che offre 300 dollari ai tossicodipendenti per farsi sterilizzare. La fondatrice, la statunitense Barbara Harris, dice che i figli dei drogati sono condannati all’infelicità (lei ne ha adottati quattro) e quindi è meglio che non vengano al mondo. Anche la British medical Association ha presto posizione contro la Harris, e così numerose associazioni e cittadini inglesi, ma intanto un uomo si è già fatto sterilizzare.

MOBILITÀ SOSTENIBILE
AVVENIRE – In occasione di Mobility Tech, il Forum internazionale sulla mobilità sostenibile, la Regione Lombardia ha annunciato che da dicembre partirà a Milano il primo esperimento di car sharing elettrico. 20 vetture  elettriche e altrettante biciclette elettriche a pedalata assistita saranno disponibili da dicembre nel primo parcheggio allestito in piazzale  Cadorna.

GERMANIA
IL MANIFESTO – A pagina 8, a piè di pagina Guido Ambrosino scrive un articolo sulla posizione della Merkel contro il multiculturalismo: «C’è in Germania, e non solo in Germania, una sciagurata tendenza a “etnicizzare” il conflitto sociale. Il demagogico lamento contro gli immigrati “che non si vogliono integrare” (come se dipendesse solo da loro), e pesano sui sistemi d’assistenza, è ricorrente, ma torna particolarmente utile in fasi di ristrettezza fiscale, quando i governi si accingono a risparmiare sul welfare. Per evitare effetti di solidarizzazione, meglio non parlare di «poveri» ma deviare l’attenzione sui migranti in fondo alla piramide: tanto bastonando loro si bastonano pure i tedeschi poveri (…)», ma avvisa l’articolo non si tratta di nessuna svolta: «(…) sin dal 2000 i democristiani preferiscono parlare di Leitkultur, ovvero di “cultura guida tedesca”, a cui i migranti dovrebbero per favore uniformarsi. Dal 2007 un atto di fede nella “cultura guida tedesca” si trova perfino nel programma della Cdu. Dunque niente paura: Merkel percorre i soliti binari quando dice che gli immigrati devono imparare il tedesco, e che un posto di lavoro a parità di qualificazione va dato prima a un tedesco (sta scritto in una legge voluta anche dalla Spd)».

FORMAZIONE
ITALIA OGGI – Pagina intera (al limite del redazionale) dedicata a Fon.Coop. Tema dell’articolo: il boom della formazione nel non profit e il via libera alla campagna di adesioni a Fon.Coop in autunno. Titolo: “Al no profit piace la formazione”. «Delle 12.300 imprese che hanno scelto Fon.Coop, il 35% sono cooperative sociali o comunque organismi che hanno riferimento al no profit» si legge nel pezzo. «Delle 6 mila imprese che hanno beneficiato dei contributi per finanziare i propri piani formativi, quasi 3mila sono cooperative sociali, che hanno mandato in aula 29mila lavoratori».

SCLEROSI MULTIPLA
LA REPUBBLICA – L’inserto Salute si occupa della nuova terapia italiana (che individua nelle vene ristrette l’origine della Sm), messa a punto da Paolo Zamboni. Entro un anno la risposta. Per il ricercatore «deve essere chiaro che le disabilità acquisite non guariranno mai, i danni che la malattia ha procurato al sistema nervoso purtroppo non regrediscono. Ai malati dico: non abbandonate i farmaci e non operatevi al di fuori di programmi di ricerca rigorosi e controllati».

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