Una fiera sotto il segno della censura. E’ questa l’accusa lanciata all’unisono dagli editori kuwaitiani contro il governo nel giorno dell’apertura della 33esima edizione della Fiera Internazionale del Libro a cui partecipano oltre 500 case editrici pubbliche e private. “Solo dalla mia lista quest’anno sono stati depennati circa 15 libri. Oltre 200 le nostre pubblicazioni che sono state bandite nel paese” ha attaccato un editore che ha preferito restare anonimo, secondo quanto riporta il Kuwait Times, spiegando che sono stati esclusi automaticamente tutti i libri vietati lo scorso anno, oltre a quelli di quest’anno. “In Kuwait – aggiunge – la censura è così severa che siamo costretti ad autocensurarci prima di partecipare alla Fiera. Noi trasmettiamo solo l’elenco di libri che pensiamo possano superare la censura ma, nonostante ciò, ogni anno c’è un libro nuovo che viene vietato”. “Vorrei capire quali criteri vengano usati, certe volte sembra una procedura fatta in modo casuale” attacca un altro editore, che partecipa all’evento da oltre dieci anni. ‘Veterano’ dell’ambiente, l’uomo sostiene che quest’anno la censura è peggiore degli anni precedenti. “In questa fiera – racconta – è stato vietato uno dei nostri libri ed io onestamente non vedo alcuna giustifazione ragionevole a questo”. Neanche in Arabia Saudita la censura è così aspra, osserva. Anzi, nel Regno ultra-conservatore “durante le fiere del libro si fa un’eccezione e non viene censurato nessun libro – spiega – e lo stesso accade negli Emirati”. Su tutt’altra linea il governo. Il ministero dell’Informazione ritiene che aver 25 libri censurati in questa edizione sia un numero basso. Mentre Ahmad Al Haroon, ministro del Commercio e dell’Industria, in apertura della Fiera padiglioni assicura: “in Kuwait è garantita la libertà di espressione”.
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