Welfare

Mancano gli agenti, ma il ministro assume bomber

Il caso dell'Astrea, la squadra della polizia penitenziaria

di Francesco Dente

Istituti invivibili, personale ridotto all’asso e concorsi bloccati. Ma in via Arenula le porte si aprono solo
per selezionare
cinque calciatori del team
dei Baschi Azzurri
Il bando è chiaro. Sono richiesti sana e robusta costituzione fisica, altezza non inferiore a 165 centimetri e buona vista. I candidati, soprattutto, dovranno avere un apparato dentario in grado di assicurare la funzione masticatoria. Chi ha perso qualche incisivo o molare, tuttavia, può stare tranquillo. Sarà ammesso a condizione che il numero di denti mancanti o sostituiti da protesi non sia superiore a 16. Eh sì. Perché per essere bravi calciatori non basta avere buone gambe. Servono anche canini affilati. Come si fa altrimenti ad azzannare gli avversari? Il requisito, apparentemente bizzarro, è incluso nell’avviso di concorso con cui il ministero della Giustizia ha avviato le procedure per la selezione di cinque calciatori che dovranno militare nell’Astrea Calcio, la squadra della Polizia penitenziaria che gioca nel campionato dilettantistico di serie D. Basta leggere il primo articolo del bando per accorgersi però che la storia dei denti non è affatto singolare. I vincitori del concorso, riportiamo testualmente, saranno «nominati agenti di Polizia penitenziaria nel ruolo maschile».
Chi sarà selezionato, insomma, giocherà fino a quando avrà voglia o riuscirà a far gol e poi passerà nei ruoli come agente di custodia. A vita. Un concorso che, a parte i dubbi sulla scorciatoia che assicura il posto fisso grazie a due tiri in porta, suona come una beffa. Specie in questo momento. Mentre le carceri scoppiano (68.258 detenuti al 30 giugno 2010), le guardie sono sottoposte a turni pesanti (4 suicidi nel 2010), i suicidi dei detenuti si susseguono (53 nel 2010), gli istituti sono sottoutilizzati per carenza di personale (è il caso di Rieti, secondo le denunce dei sindacati riprese da una recente relazione della Corte dei Conti), i concorsi per le assunzioni ordinarie di agenti languono e, quando saranno effettuati (il ministro Alfano ha promesso 2mila assunzioni), riusciranno a rimpiazzare a fatica chi è andato in pensione.
Non sono certo i primi “atleti di Stato”, potrebbe obiettare qualcuno citando il titolo dell’interessante volume di Stefano Frapiccini. L’Italia, infatti, come i Paesi dell’ex blocco sovietico, recluta tramite concorso atleti di livello nazionale nei gruppi sportivi militari, si pensi alle Fiamme Azzurre o Gialle, e garantisce loro un posto a fine carriera nelle diverse forze armate e corpi di polizia. Il punto è che se a qualcuno può apparire comprensibile finanziare grandi campioni destinati ad arricchire il medagliere nazionale, è il caso del carabiniere Alberto Tomba, non si riesce a capire quale beneficio tragga l’Italia dal sostenere i costi di un club di calcio che gioca in serie D. E resta anche un interrogativo tecnico. Si può davvero allestire una squadra tramite concorso?


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