Politica

Bové, un allevatore in Parlamento

di Redazione

Dalle barricate no global per difendere i diritti dei contadini ai corridoi lussuosi del Parlamento europeo. Per un personaggio come José Bové la svolta non poteva essere più radicale. Europarlamentare dal giugno 2009, l’allevatore di pecore balzato agli onori della cronaca per le sue battaglie contro la “malbouffe” (il cibo industriale) sostiene ancora oggi che era giunto il tempo di portare avanti la lotta dentro i palazzi forti. Ma in quindici mesi di attività, i giudizi si dividono.
C’è chi sostiene che Bové sia più a suo agio di fronte alle telecamere che sui banchi dell’organo rappresentativo dei cittadini europei. Fonti interne del Parlamento UE assicurano che nella sua veste di vicepresidente della commissione Agricoltura il ribelle ha prodotto ben poco.
Tra i risultati portati a casa, un rapporto sulla filiera alimentare corta che invita la commissione a prendere misure forti per salvaguardare i produttori agricoli. Le conclusioni del rapporto sono state riprese nel progetto di comunicazione della commissione sul futuro della Politica agricola comune (Pac) dopo il 2013, una bozza che sarà presentata in forma definitiva al Collegio dei commissari europei il 17 novembre 2010. Seguirà un lungo percorso che si chiuderà nel 2012 con l’adozione di un quadro legislativo della Pac. Solo allora si saprà che fine avranno fatto le proposte di Bové sulla filiera alimentare.


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