Non profit

centomila under 35: siamo i pionieri dell’agricoltura 2.0

Parla Vittorio Sangiorgio, presidente di Coldiretti Giovani Impresa

di Antonio Sgobba

Hanno una maggiore propensione all’innovazione, fatturati più alti e più dipendenti rispetto ai loro colleghi più anziani. Ma il numero delle imprese fatica a crescere: «La burocrazia è un nemico mortale» Fare l’imprenditore agricolo in Europa non è facile tanto che solo il 7% delle aziende del settore è condotto da under 35. In Italia è ancora più complicato e così da noi i giovani agricoltori sono solo il 4%. E il dato è in costante diminuzione negli ultimi decenni. Come mai? «Troppa burocrazia», sintetizza da Salerno Vittorio Sangiorgio, 28 anni, presidente di Coldiretti Giovani Impresa.
Vita: Quanti sono i giovani imprenditori agricoli italiani?
Vittorio Sangiorgio: Circa 100mila, sotto la media europea, è vero, ma rappresentano la componente più dinamica del settore. Rispetto al passato si segnala l’ingresso di giovani che non provengono da famiglie che hanno già un’impresa agricola e che hanno una formazione eterodossa, non tecnica, con lauree in economia o giurisprudenza.
Vita: In cosa consiste il loro dinamismo?
Sangiorgio: Secondo una nostra indagine, è dalle giovani leve della campagna che arriva l’innovazione. Ad esempio, hanno una maggiore propensione al biologico, con una percentuale del 3,7 contro una media nazionale del 2,1. Sviluppano nuove combinazioni col turismo e le attività sociali. Sono aziende più grandi, in media hanno una superficie di 9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1 e fanno un fatturato più elevato del 75%: 18.720 euro rispetto alla media nazionale di 10.680 e il 50% di occupati per azienda in più.
Vita: E allora perché siamo il fanalino di coda dell’Unione?
Sangiorgio: Per il peso della burocrazia: oggi in Italia se si vuol far partire un’impresa agricola o un agriturismo ci si impiega almeno due anni e mezzo. I bandi dei Piani di sviluppo rurale per l’insediamento dei giovani in agricoltura escono solitamente dopo 120 giorni dalla loro approvazione. Passato questo periodo è possibile presentare la domanda che impiega 60 giorni per essere recepita, più altri 260 per completare l’istruttoria. Il decreto che dà il via libera materiale alle misure per l’insediamento dei giovani viene in genere emesso dopo circa un anno. Infine ci vogliono altri 90 giorni per accedere al credito.
Vita: Con il sistema attuale molti saranno tentati dal rinunciare…
Sangiorgio: Eppure in questo periodo di forte crisi sono il 78% le imprese giovani che hanno deciso di investire, contro il 36% del campione nazionale. Per questo il 52% degli under 30 può dichiarare che la propria attività è in espansione, contro un 8% nazionale.
Vita: La sua impresa com’è nata?
Sangiorgio: Mio nonno è partito dalla raccolta degli agrumi, ora noi ci siamo spostati nel settore florovivaistico. Il nostro dna è cambiato.
Vita: Un ogm?
Sangiorgio: Sì, ma in senso buono.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA