Non profit
Se solo i precari sapessero…
E' polemica dopo le dichiarazioni del numero uno Inps, Antonio Mastrapasqua, che però a VITA.it precisa...
di Giulio Leben
“Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati, rischieremmo un sommovimento sociale“. Sono parole attribuite dal Corriere della Sera al presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, che le avrebbe pronunciate nel corso di un convegno di Ania e Consumatori lo scorso 6 ottobre. Parole a cui il giorno dopo Massimo Gramellini de La Stampa ha dedicato il suo “Buongiorno” da titolo “Parapensionati”. Ma che ha scatenato un dibattito online, attuale a distanza di qualche giorno. L’Inps invierà infatti nei prossimi giorni circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.
Peccato, però, che non sarà loro possibile simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la propria pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza è semplice e sta alla base della dichiarazione dello stesso Mastrapasqua. In altre parole, col sistema contributivo attuale, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima, ma tutt’al più contribuiscono a pagare quella di chi è già in pensione.
Dall’Inps fanno sapere che in realtà nessuna delle due tipologie di lavoratori (con posto fisso e non) potrà avere una proiezione certa della propria pensione. La simulazione sarà ed è possibile solo per coloro che vanno in pensione a breve. Resta, però, il dubbio: a cosa si riferiva il presidente quando parlava di “sommovimento sociale“?
A rispondere è stato lo stesso Antonio Mastrapasqua che interpellato da VITA.it ha dichiarato esserci stato un malinteso di fondo. “Non ho detto quella frase” chiarisce il presidente dell’Inps “più semplicemente, alla domanda se era possibile quantificare la pensione per chi, dopo la riforma pensionistica del 1996, ha contratto rapporti parasubordinati, ho risposto che non lo era. Lei capisce che trattandosi di un convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Fra Le Imprese Assicuratrici (Ania), quello in cui ho detto queste frasi, non potevo in quanto ente pubblico dare il là chi faceva quella domanda per invitare l’opinione pubblica a cercare una pensione integrativa”. Ma quindi di fatto, presidente, il problema comunque esiste? Chi è in gestione separata paga per avere, forse, una pensione minima e per quelle di chi lo è già in pensione? “Diciamo che sicuramente fino al 2030 circa resteremo in un regime misto: in cui parte dei contribuenti formeranno la propria pensione con metodo contributivo puro (quelli contrattualizzati dopo il 1996, ndr) e altri che lo faranno sia con il nuovo metodo contributivo che con quello retributivo derivato dai contratti avuti prima del 1996. Detto questo, il sistema contributivo è semplice: si percepirà una pensione in base a quanto si è contribuito. Se minina o altro, allo stato attuale non possiamo dirlo”.
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