Sostenibilità

Tira una brutta aria

Il Governo liberalizza la presenza del benzo(a)pirene nell'aria. Protesta Legambiente e Peacelink

di Riccardo Bagnato

Tira una brutta aria. E non è un modo di dire. Col decreto legislativo 155/2010 approvato nel pieno del delirio agostano (13 agosto 2010), il governo «ha di fatto peggiorato pesantemente la normativa sul benzo(a)pirene – denuncia Legambiente – posticipando dal 1 gennaio 1999 al 31 dicembre 2012 il termine temporale per ottenere la riduzione di questo inquinante nell’ambiente sotto la soglia di 1 nanogrammo per metro cubo previsto per le città con oltre 150mila abitanti». Ma per essere ancora più chiari, l’organizzazione ambientalista aggiunge: «Con questa modifica normativa si prolunga l’esposizione di milioni di cittadini a un pericoloso cancerogeno».

L’allarme – a dire il vero – è stato lanciato da Peacelink da qualche settimana e non a caso. Il decreto legislativo, infatti, nascerebbe fra le altre cose per “tutelare” l’Ilva, lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa con sede a Taranto, città dove si trova l’associazione pacifista. In altri termini il decreto metterebbe al sicuro l’Ilva dal rischio di dover rispondere sulla condizione dell’aria a causa dei propri scarichi. Come spiega Peacelink sul proprio sito, infatti, il decreto liberalizza, almeno per i prossimi tre anni, le emissioni di benzo(a)pirene, spostando, in pratica, al 2013 il divieto di superamento di un nanogrammo a metro cubo per la nota sostanza cancerogena. Una trovata – a detta dell’associazione – per salvare l’Ilva a spese, sempre maggiori, dell’ambiente e della gente che abita nei pressi dell’azienda. Estendendo, di fatto, però, l’effetto su tutta la penisola.

E’ il responsabile scientifico di Legambiente (che nel frattempo ha lanciato una petizione online), a rincarare la dose: «Per tutelare la salute dei cittadini italiani – ha dichiarato Stefano Ciafani – è necessaria una normativa rigorosa e stringente e l’adozione di interventi di risanamento per ridurre le emissioni atmosferiche di benzo(a)pirene. Il Governo italiano riveda dunque con urgenza il testo del decreto legislativo e si attivi perché sia raggiunto in tutte le grandi città, e non solo in quelle, l’obiettivo di qualità di 1 nanogrammo per metro cubo».

Una situazione che se non ha preso in contropiede l’opposizione poco ci manca. Licenziato con parere favorevole (vedi allegato) il testo presentato dal governo in Commissione Ambiente, il Partito Democratico si è successivamente fatto carico di una risoluzione per mano dell’onorevole Alessandro Bratti con cui chiede al Governo di ripristinare i valore stringenti che limiterebbero i danni provocati dal benzo(a)pirene. Risoluzione in calendario per le 14:30 di mercoledì 13 ottobre e che presentiamo di seguito. Interpellato da Vita, l’onorevole Ermete Realacci ha dichiarato che il testo in commissione non presentava esplicite specifiche sulla sostanza in questione, che sono state inserite in seguito.

Risoluzione in Commissione 7-00393
presentata da ALESSANDRO BRATTI
giovedì 30 settembre 2010, seduta n.376

La VIII Commissione,

premesso che:

il decreto ministeriale del 25 novembre 1994 prevedeva che, per le aree urbane a maggior rischio di inquinamento ed elencate all’allegato III del decreto medesimo, le autorità competenti, enti locali e regione, dovessero «predisporre sistemi permanenti di monitoraggio delle concentrazioni» di benzene, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e polveri sottili PM10 «entro il 30 settembre 1995», secondo i criteri definiti nel decreto; il citato decreto ministeriale fissava all’allegato IV per il benzo(a)pirene, che è tra gli IPA uno dei composti più pericolosi ed a cui si fa generalmente riferimento come indice di esposizione, un obiettivo di qualità pari a 1 ng/m3 come valore medio annuale da rispettare a partire dal 1° gennaio 1999; il decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 152, facendo salvo il suddetto obiettivo di qualità per i livelli di benzo(a)pirene nelle medesime aree urbane, stabiliva che le regioni e le province autonome individuassero le zone e gli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti avessero superato il rispettivo valore obiettivo, evidenziando le aree di superamento e le fonti che avessero contribuito al superamento, e che nelle zone e negli agglomerati così individuati adottassero le misure necessarie a perseguire il raggiungimento del valore obiettivo entro il 31 dicembre 2012, con priorità per le misure che intervengono sulle principali fonti di emissione; il recente decreto legislativo 13 agosto 2010 n. 155 recante attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa, ha abrogato il sopraccitato decreto legislativo n. 152 del 2007 e il decreto ministeriale 25 novembre 1994, riproducendo comunque il valore obiettivo per il benz(o)pirene di 1 ng/m3, già previsto dal decreto ministeriale del 1994, ma senza alcun riferimento alla data del 1o gennaio 1999; tale decreto legislativo ha altresì riprodotto al suo interno la disposizione già prevista nel decreto legislativo n. 152 del 2007 che fissa la data entro cui le regioni e le province autonome, nelle aree all’interno di zone o di agglomerati in cui i livelli degli inquinanti, tra cui il benzo(a) pirene, superano i valori obiettivo, adottano le misure necessarie a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo medesimi; tale data è stata individuata nel 31 dicembre 2012; dal nuovo quadro normativo emerge quindi come il valore obiettivo per il benzo(a)pirene di 1 ng/m3 sia effettivamente vincolante a far data dal 1° gennaio 2013; il benzo(a)pirene è una sostanza altamente cancerogena per l’uomo e può essere assorbita nell’organismo per inalazione, attraverso la cute e per ingestione, e l’esposizione ripetuta o a lungo termine può causare danni molto importanti alla salute umana, impegna il Governo a riconsiderare la citata data del 31 dicembre 2012, adottando un’iniziativa normativa tesa a rendere immediatamente vincolante il valore obiettivo del benzo(a)pirene contenuto nel decreto legislativo n. 155 del 2010, come previsto già nello schema di decreto sottoposto alle Camere. (7-00393)

«Bratti, Benamati, Bocci, Braga, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Morassut, Motta, Realacci, Viola, Zamparutti, Vico».


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