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Liu Xiaobo incontra la moglie

L'incontro in carcere due giorni fa

di Redazione

La moglie del premio Nobel per la pace 2010, il dissidente cinese Liu Xiaobo, ha confermato su Twitter di aver incontrato il marito in carcere e di averlo informato del riconoscimento ottenuto. La conferma è arrivata solo nel pomeriggio, dopo che la notizia era trapelata in mattinata dalla radio Hong Kong Rthk. La donna, Liu Xia, ha anche detto di essere stata posta agli arresti domiciliari. «Ho incontrato Xiaobo la sera del 9 ottobre e gli ho detto del premio», ha detto Liu Xia, aggiungendo che sin dall’8 ottobre, giorno in cui è stato annunciato il Nobel, la polizia l’ha posta agli arresti domiciliari e che il suo telefono cellulare è stato rotto.

La casa di Liu Xia a Pechino è stata circondata dalla polizia subito dopo l’annuncio del premio. Da allora il suo telefono cellulare risultava spento e i suoi avvocati non erano riusciti a contattarla.

Liu Xiaobo sta scontando una condanna a 11 anni per “sovversione” nel carcere di Jinzhou, a 500 chilometri dalla capitale

Lo scorso mese, il ministro degli Esteri cinesi aveva avvisato il Nobel Committee di non conferire a Xiaobo il Nobel, in quanto, tale nomina, sarebbe stata in conflitto  con principi del Nobel.

Liu Xiaobo sta scontando una condanna di 11 anni per aver sottoscritto la Charter 08, ovvero una petizione a favore dei diritti umani e un sistema democratico multipartitico.

Liu e’ da tempo impegnato per i diritti umani e ha partecipato alle proteste di piazza Tienanmen nel giugno 1989. Nel gennaio 1991 fu condannato per “propaganda ed istigazione controrivoluzionarie”, ma senza finire in carcere. Nell’ottobre 1996 fu mandato a trascorrere tre anni in un campo di rieducazione a causa delle sue critiche al partito comunista. Nel 2007 fu arrestato e interrogato in carcere a proposito di suoi articoli apparsi sui siti web stranieri. Liu e’ stato prelevato dalle autorita’ l’8 dicembre 2008 a causa della sua adesione a Charta 08 e portato in un luogo sconosciuto. L’arresto e’ stato formalizzato solo nel giugno 2009 e il processo per sovversione dello stato si e’ svolto a dicembre. La sua vicenda e’ stata seguita con attenzione a livello internazionale: diplomatici di 17 paesi hanno atteso fuori dall’aula il verdetto di appello in febbraio.  Il dissidente, che si e’ laureato e avuto un dottorato all’universita’ di Pechino, ha lavorato in passato anche all’universita’ di Oslo in Norvegia e, negli Stati Uniti, alla Columbia University e l’universita’ delle Hawaii. La scelta di premiare Liu era stata caldeggiata da altri due premi Nobel per la pace: l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu e il leader spirituale tibetano, il Dalai Lama, la cui premiazione irrito’ fortemente Pechino. Sponsor di Liu e’ stato anche l’ex presidente ceco Vaclav Havel, uno dei promotori di Charta 77.

Con l’attivista cinese convertitosi al cristianesimo, cade la “Muraglia di libertà“.«L’assegnazione del Nobel per la pace a Liu Xiaobo è una bellissima notizia». È quanto afferma Gerolamo Fazzini, direttore editoriale della rivista Mondo e Missione, mensile del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere), dal sito MissionOnline.

Fazzini inoltre ricorda l’afflato religioso che anima Liu «Salutiamo con grande favore la scelta di Stoccolma per il Liu Xiaobo perché egli – insieme con altri noti dissidenti, quali Gao Zhisheng, Han Dongfang  e Hu Jia – fa parte di un gruppo di persone che sono approdate al cristianesimo e che hanno scoperto la fede cristiana come la base del valore assoluto della persona e forza del loro impegno in difesa dei diritti umani». «Il Partito reputa questa alleanza fra religione e diritti umani come l’elemento più pericoloso alla sua sopravvivenza» ha osservato acutamente padre Bernardo Cervellera, direttore di Asia News. Ma un futuro di pace per la Cina dipende proprio da questo loro impegno»

In questo video risalente al 2008 e proposto dal sito Missiononline, lo scrittore cinese riflette sul tema della libertà di espressione in Cina.

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