Non profit

Produzione di oppio in caduta libera

Secondo il rapporto dell'Ufficio Onu contro la Droga e il Crimine il crollo è stato dovuto alle condizioni climatiche avverse e ad un virus

di Redazione

Si è dimezzata in Afghanistan la produzione di oppio, la pianta da cui si ricava l’eroina principale fonte di finanziamento dei talebani. Secondo un rapporto dell’Ufficio Onu contro la Droga e il Crimine, il crollo è stato dovuto alle condizioni climatiche avverse e ad un virus che ha colpito in modo particolare le grandi piantagioni di papavero da oppio delle provincie di Helmand e Kandahar. Il calo ha spinto alle stelle i prezzi che si sono triplicati. “Come risultato, la produzione è scesa del 48% passando dai 56,1 chili per ettato 29,2″ si legge nel testo. “Le più colpite Kandahar e Helmand, che da sola rappresenta il 53% del totale delle coltivazioni afghane” prosegue lo studio. Si tratta di regioni “dominate dalle attività di ribelli e delle reti criminali organizzate” spiega in una nota il direttore esecutivo dell’Unodc YurY Fedotov. Un fenomeno, aggiunge, che “sottolinea il legame tra la coltizazione di papavero da oppio ed il problema della sicurezza nel paese”. Fedotov ma messo poi in guardia contro ogni “falso ottimismo”, osservando che il calo della produzione porta ad un aumento dei prezzi rendendo il mercato lucrativo. L’Afghanistan produce il 90% dell’oppio mondiale. Ieri il vice ministro dell’Interno afghano Baz Mohammed Ahmadi ha detto che negli ultimi sei mesi i militari hanno sequestrato 8 tonnellate di oppio, eroina e hashish.

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