Salute

Dieci bambini sono salvi. Le loro mamme sperano

Il punto sulla campagna Cesvi “Fermiamo l’Aids sul nascere”

di Redazione

Dopo la mia ultima visita all?ospedale Saint Albert, dove è iniziata l?attività sul territorio importante per l?arruolamento delle donne, sono state programmate una serie di visite alle cliniche locali (ambulatori con funzioni di day hospital, dove vengono anche espletati numerosi parti) e ai villaggi dove si attua una campagna di informazione e sensibilizzazione sull?Aids, sulla prevenzione dell?infezione e dove viene offerta alle donne gravide la possibilità di essere testate previa un?attività di counselling con esperti e psicologi. I numeri attualmente sono questi: 100 donne testate, 27 sieropositive, 10 dosi di Nevirapina somministrate. Vorrei inoltre fare alcune considerazioni sul nostro intervento. La somministrazione di Nevirapina riduce del 50 per cento la trasmissione verticale del virus Hiv, ma purtroppo non ha alcun effetto terapeutico sulla madre. Mi sono trovata spesso in situazioni in cui veniva avanzata qualche perplessità su un intervento il cui obiettivo era quello di salvare un bambino ma anche di creare nuovi orfani; nelle discussioni che ne sono derivate ho sostenuto fermamente il mio punto di vista che deriva da una serie di considerazioni di tipo medico, umano e sociale, ma che è anche il frutto di lunghe riflessioni personali. Sono convinta che l?epidemia Hiv Aids in Africa è un?emergenza di tale entità da richiedere ogni sforzo possibile per impedire la distruzione di un continente. La riduzione della trasmissione del virus dalla madre infetta al figlio è una delle poche cose concrete e con risultati immediati che si possa fare; inoltre c?è la speranza, ora più concreta, di poter curare i genitori del bambino quando si ammaleranno. I farmaci antiretrovirali, infatti, i cui costi non sono piu proibitivi come prima, dovrebbero essere disponibili in un futuro immediato e il loro impiego viene ormai considerato possibile anche dai governi locali. Inoltre sono attualmente allo studio altri farmaci che, con meccanismi diversi, dovrebbero contrastare l?infezione. Per contribuire al progetto, tel. 800 036 036


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