Non profit

Scoppia la guerra degli Ogm

Il gip di Pordenone: 25mila euro di multa e distruzione dei campi. L'agricoltore: «Seminerò in tutto il Nord»

di Antonio Sgobba

Condannati gli Ogm del Friuli. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pordenone, Piera Binotto, ha chiesto 25mila euro di multa, la confisca e la distruzione dei prodotti del campo di mais di Fanna di proprietà di Giorgio Fidenato. Le perizie hanno infatti accertato che è stato seminato a mais ogm, del tipo  Mon810, una varietà brevettata dalla multinazionale Monsanto.

Ma Fidenato non demorde. «Seminerò in tutto il Nord Italia», ha detto a Vita l’agricoltore friulano alfiere delle coltivazioni geneticamente modificate. «Ho molti amici sparsi in Piemonte, Veneto e Lombardia che mi metteranno a disposizione i loro campi – continua Fidenato – la vera battaglia incomincia ora. Arriverò fino alla corte di giustizia europea, il diritto comunitario mi dà ragione. Sarei in una situazione kafkiana se non potessi coltivare liberamente quello che per legge è consentito». Non dalla legge italiana, però, se venisse confermata la richiesta del giudice per le indagini preliminari Piera Binotto, dovrà pagare la sanzione e distruggere le sue piante. «Io non pagherò un euro», risponde sicuro l’agricoltore.

La vicenda era iniziata qualche mese fa, Fidenato aveva ben due appezzamenti coltivati a mais «proibito». «Il più piccolo, quello di 3500 metri quadrati, me lo hanno distrutto quei simpaticoni di Ya Basta – racconta – l’altro, di  4 ettari e mezzo, è quello per cui c’è stata la decisione del tribunale». Ma tutti gli Ogm dell’agricoltore friulano non finiscono qui: «Poi c’erano le piante della semina di protesta girata su youtube. Quelle nessuno ha scoperto dove sono, abbiamo anche fatto il raccolto», se la ride Fidenato.

Il campo di Fanna viola il decreto Legislativo 24 aprile 2001, numero 212, «che prevede il rilascio di una specifica autorizzazione per la loro semina, in assenza della quale è prevista la pena dell’arresto da sei mesi a tre anni o dell’ammenda fino a 51.700 euro», ricorda Greenpeace. E nel frattempo il presidente della Coldiretti Sergio Marini ha annunciato: «Abbiamo chiesto ai nostri avvocati di costituirci parte civile nel processo per chiedere il rimborso degli eventuali danni procurati al patrimonio agricolo ed ambientale e fare in modo che reati come questo non si verifichino più».  Per la Coldiretti «la vicenda non finisce qui e siamo determinati a seguire con attenzione gli sviluppi processuali. Occorre ricordare che dai risultati delle analisi rese note dal Ministero delle politiche Agricole emerge la presenza nei terreni confinanti di 15 campioni contaminati da Ogm su 30. Una enormità, considerando che la contaminazione è avvenuta da un solo campo ed in solo anno».


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