di Sylvie Coyaud
A Trento, Renzo Piano sta costruendo un nuovo museo di storia naturale sul Lungoadige. Era ora che si desse una mossa, quello in centro sta scoppiando, le collezioni sono stipate in ogni anfratto, per riuscire a vedere un rapace che un tempo sorvolava il fiume bisogna chiamare la squadra traslochi. È così in tutt’Italia. Se il WWF fosse Bill Gates, affiderebbe a dieci, cento “renzo piano” il rinnovo di tutti quanti. Farebbe la stessa cosa per gli orti botanici che hanno bisogno di cure e di custodi esperti per conservare le specie estinte in natura che sopravvivono solo lì. Se il WWF fosse la signora Gates, poi, ogni tanto prenderebbe un esemplare di una specie ospitata in musei e orti, e lo piazzerebbe nel centro città. Come la Torre di Pisa o il Colosseo. Se si fa con i capolavori degli architetti, perché non quelli della Natura che ha talento da vendere? Con tutto il rispetto per gli architetti.
In attesa di vincere alla lotteria, il WWF invita i suoi sostenitori ad adottare un museo o un orto per difenderlo dall’estinzione – un rischio molto reale per via dei tagli alla spesa pubblica? Siccome in quei luoghi sono migliaia di specie, una biodiversità lunga milioni di anni, capirla, amarla non è un impegno per mammole.
Così in occasione del vertice mondiale sulla biodiversità in Giappone, in Italia sabato 23 ottobre – e dove i volontari ce la faranno anche domenica 24 – tutte le non mammole sono invitate ad ammirare i candidati all’adozione più vicini a casa loro. Con tutto il rispetto per le mammole.
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