Welfare

Divorzio non fa perdere diritto a rinnovo del permesso

Il matrimonio con un cittadino italiano deve essere durato almento tre anni. Lo ha stabilito la Cassazione

di Redazione

L’immigrata sposatasi con un cittadino italiano dal quale poi divorzia ha diritto ugualmente al rinnovo del permesso di soggiorno. Lo sancisce la Cassazione, sostenendo che il diritto a rimanere nel nostro territorio resta a patto che il matrimonio “sia durato almenp tre anni, di cui almeno uno nel territorio nazionale prima dell’inizio del procedimento di divorzio o di annullamento”.

In questo modo, la Prima sezione civile ha dato ragione ad una signora dell’Ecuador che nel 1999 si era sposata con un genovese dal quale si era separata nel gennaio 2006. Il crac del matrimonio, secondo la questura del capoluogo ligure, faceva venire meno il diritto di rinnovo del permesso di soggiorno per l’extracomunitaria. Il decreto di espulsione veniva convalidato dalla Corte d’appello di Genova nell’ottobre 2007. Contro la decisione che inibiva di rimanere in Italia, la difesa dell’ecuadoregna ha fatto ricorso con successo in Cassazione. Piazza Cavour infatti, con la sentenza 19893, ha accolto il ricorso della donna bacchettando i giudici di merito che non hanno applicato il decreto legislativo n. 30 del 2007 “in forza del quale il divorzio – scrivono gli ‘ermellini’ – e l’annullamento del matrimonio con il cittadino dell’Unione non comportano la perdita del diritto di soggiorno dei familiari del cittadino dell’Unione non aventi la cittadinanza di uno stato membro, a condizione che il matrimonio sia durato almeno tre anni, di cui almeno uno nel territorio nazionale, prima dell’inizio del procedimento di divorzio o di annullamento”.

In pratica, ricostruisce la Cassazione, l’immigrata era stata coniugata “per oltre cinque anni in Italia con un cittadino italiano” e dunque ha diritto al rinnovo del permesso di soggiorno “anche nell’ipotesi di intervenuta separazione”.

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