Disprosio, terbio, praseodimio, europio e samario. Tutti i giorni abbiamo a che fare con loro ma alzi la mano chi ha mai sentito questi nomi. Sono solo cinque dei 17 elementi chimici che vengono definiti “terre rare”. Senza di loro non esisterebbero i telefonini, computer, motori ibridi, tv al plasma e le forze armate di tutto il mondo non sarebbero in grado di far funzionare i sistemi radar, satelliti e dispositivi per la visione notturna. Si chiamano terre rare ma di fatto sono dei metalli e non sono così introvabili, il problema è che sono dispersi e contenuti in diversi tipi di minerali difficili da separare.
Sembra che il leader cinese Deng Xiaoping abbia detto: «In Medio Oriente c’è il petrolio ma in Cina ci sono le terre rare». Che ora stanno diventando realmente rare in quanto la Cina, che possiede l’85% delle riserve globali conosciute, ha annunciato a luglio la riduzione del 70% delle esportazioni per il secondo semestre. Dopo anni di sfruttamento indiscriminato sembra che i cinesi abbiano deciso di evitare nuovi casi di inquinamento delle acque e dei terreni coltivabili ed il resto del mondo vede rapidamente esaurirsi la disponibilità. Gli americani ed i giapponesi sono molto preoccupati ed in agosto le relazioni diplomatiche hanno avuto momenti di tensione arrivando a minacciare l’avvio di una guerra commerciale. È chiaro che chi non sarà in grado di ottenere questi minerali rimarrà tagliato fuori dalla ricerca di nuove tecnologie.
La mancanza di pianificazione strategica dell’Occidente e le acquisizioni in Australia ed Africa hanno permesso ai cinesi di avere il monopolio mondiale. Gli analisti del settore prevedono che, anche per l’incremento della produzione interna, entro il 2012 la Cina potrebbe azzerare le esportazioni facendo esplodere una crisi per la mancanza di minerali.
Grandi quantità sono disponibili in Usa, Australia, Sud Africa, Canada, Russia e soprattutto in Groenlandia ma il problema è l’alto costo del processo di estrazione considerando che la costruzione di una catena di produzione potrebbe richiedere anche 15 anni.
La corsa alle terre rare sarà la nuova corsa all’oro?
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