Famiglia

Pochi vanno a studiare all’estero

Lo rivela il II rapporto sull’internazionalizzazione delle scuole italiane, promosso dalla Fondazione Intercultura e dalla Fondazione Telecom Italia.

di Redazione

 

Video-lezione di Luca Parmitano (ESA) ai ragazzi delle scuole superiori riuniti per
l’ Osservatorio sull’internazionalizzazione delle scuole italiane promosso dalla Fondazione Intercultura.

«Se avete l’opportunità di frequentare un periodo di scuola superiore all’estero, coglietela senza indugi! E’ stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita e ha fatto nascere in me la fiducia e la consapevolezza di poter inseguire il mio sogno: diventare astronauta». Così oggi l’astronauta Luca Parmitano dell’Agenzia Spaziale Europea ha spronato gli studenti delle scuole superiori italiane a non farsi frenare dai timori e dagli ostacoli e ad avere il coraggio di mettersi in gioco, andando a frequentare un anno di scuola all’estero, come fece lui all’età di 16 anni, quando partì per gli USA, destinazione Mission Viejo in California.
L’occasione di questo incontro è stata la presentazione del II°rapporto sull’internazionalizzazione delle scuole italiane, una ricerca promossa dalla Fondazione Intercultura e dalla Fondazione Telecom Italia.

L’astronauta italiano ha spiegato che la scintilla che ha fatto breccia nel suo cuore e che lo ha avvicinato al volo è stato l’anno di studio trascorso negli USA in quarta liceo. “Come per tutti i bambini della mia generazione, ho accarezzato sin da piccolo il sogno di diventare astronauta. Poi, si sa, dai sogni ci si allontana, per pensare a cose più concrete. E invece, a 17 anni, trovarmi a contatto con il mondo dell’aeronautica in occasione del mio anno di studio con Intercultura, è stato lo spunto decisivo che mi ha spinto verso la mia carriera di astronauta. Il mio papà ospitante della piccola cittadina di Mission Viejo in California, era un militare, navigatore di F18  e spesso mi ha portato a vedere le manifestazioni aeree. Quello, in un certo senso, è stato l’inizio della mia carriera aeronautica”. Asso nella manica per lui nella selezione che lo ha visto vincitore, è stata l’internazionalità del suo curriculum, poiché l’esplorazione dello spazio è e sarà sempre più in futuro uno sforzo internazionale. Fondamentale è stata infatti per l’astronauta catanese, l’esperienza, proprio quando era liceale, di studente all’estero grazie a una borsa di Intercultura, che si è aggiunta ai requisiti più tecnici quali le 2000 ore di volo su 20 tipi di aerei ed elicotteri, i corsi di Leadership Tattica, e il Master in ingegneria di volo sperimentale.

I dati delle ricerca, presentata a Milano condotta da Ipsos che ha i Presidi di 494 scuole di 5 regione italiane (Lombardia, Marche, Toscana, Molise e Puglia) tracciano un profilo poco internazionale delle nostre scuole. In concreto: il 67% delle scuole di queste regioni ha partecipato a un progetto internazionale (dai gemellaggi via pc ai brevi soggiorni all’estero), ma il numero degli studenti coinvolti in questi progetti è fermo al 12%. Gli ostacoli maggiori per le scuole che non realizzano progetti internazionali ? Secondo i presidi la scarsa adesione a questi progetti da parte degli insegnanti (35% dei casi) e ancor più le difficoltà ad ottenere finanziamenti (38%). Sviluppare progetti internazionali può infatti rappresentare un costo  per le scuole (il 27% dei Presidi intervistati dichiara di avere stanziato oltre i diecimila euro) anche se le scuole più intraprendenti dichiarano che questo è un limite che si può superare (per il 31% delle scuole la partecipazione a un progetto internazionale non è costata nulla grazie ai finanziamenti pubblici e privati (europei, da parte della Regione, della Provincia, del Comune, o da istituti bancari e associazioni di categoria)
Tornando all’opportunità di frequentare un anno di scuola all’estero, la ricerca registra che solo il 27% delle scuole vede almeno un alunno che si è recato individualmente in un altro Paese per un periodo lungo, compreso tra i 3 mesi e l’anno intero. Causa di questa partecipazione ancora limitata sarebbe, secondo i Presidi, la preoccupazione degli studenti (e dei loro insegnanti) di rimanere indietro con il programma della propria scuola italiano.
Una preoccupazione che però ogni anno non frena la pattuglia di circa 1500 studenti che partecipa ai programmi di Intercultura in circa 40 Paesi diverse del mondo e che oggi era rappresentata da una delegazione di 10 ragazzi appena tornati da un anno scolastico in Portogallo, Finlandia, Brasile, Lettonia, Cina, Canada, India, Islanda, che hanno intervistato Parmitano.
Luca Parmitano è stato selezionato nel maggio 2009 insieme ad altri cinque astronauti, tra cui anche l’altra italiana Samantha Cristoforetti, al termine di durissime le selezioni tra più di 8.500 candidati. Il team parteciperà alle prossime missioni sulla Stazione spaziale internazionale dal 2013 in avanti. Ad accumunare Luca e Samantha non c’è solo la passione per lo spazio, ma anche la convinzione che determinante nel loro percorso formativo è stato l’anno di studio all’estero. Anche Samantha Cristoforetti infatti ha studiato un anno negli USA con un programma Intercultura.

I dati della ricerca sono disponibili all’indirizzo: www.scuoleinternazionali.org



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