Welfare

Anziani e studenti Evviva la convivenza

Una soluzione contro il carovita e la solitudine

di Chiara Cantoni

Uno soffre il caro affitti, l’altro la solitudine. Uno ha energie da vendere, l’altro una stanza libera in più. Giovani e anziani, studenti fuorisede e pensionati, due generazioni, due bisogni a confronto: da una parte, la fame di alloggi a prezzi accessibili (a Milano studiano 80mila universitari non residenti); dall’altra, la fame di compagnia e, perché no, di un’integrazione alla risicata pensione. A gettare un ponte, sei anni fa, è stata l’associazione MeglioMilano col progetto di coabitazioni «Prendi in casa uno studente»: oltre 3.300 i contatti gestiti dal 2004, fra potenziali “nonni adottivi” (25%) e aspiranti ospiti (75%), 500 gli abbinamenti proposti, 310 le convivenze avviate, solo otto delle quali interrotte per incompatibilità. È il bilancio di una formula che funziona e che nel tempo ha cominciato ad attrarre nuove categorie di precari: ricercatori, dottorandi, stagisti non retribuiti e lavoratori co.co.co (il 20% delle domande).
Gabriella, Anna, Giancarla, questi i volti dell’accoglienza. Donne per lo più, che dall’ospitalità hanno guadagnato un contributo alle spese di 250 euro mensili, un po’ di aiuto nelle incombenze domestiche, ma soprattutto nuovo entusiasmo: «La figlia femmina che non ho mai avuto», dice Fernanda, 77 anni; «Un’altra cara nipote», conferma Elda, ex insegnante in pensione. Sentimenti quasi sempre ricambiati: «Speravo di trovare un punto fermo di cui potermi fidare», confessa Antonella, 21 anni, trasferitasi dalla Puglia. «Milano è percepita come caotica e pericolosa dai ragazzi che intervistiamo», spiega Ellida Massone, responsabile del progetto. «Spesso sono studenti di 18-19 anni che escono per la prima volta dal nucleo familiare e cercano nuove stabilità. Questa soluzione, pur declinata su piccoli numeri, offre risposte adeguate».
Formula vincente non si cambia. Casomai si esporta. Lungo lo Stivale variano i nomi e i promotori, ma la sostanza resta: da «Abitare insieme», lanciato a Bologna dall’associazione Famiglia Insieme col supporto degli enti locali; a «GenerAzioni insieme» di Padova, promosso dall’Asu col Sindacato pensionati italiani; al torinese «Non più da soli» messo in piedi dal Comune e l’associazione Non più da soli Edera. Ma anche Prato, Firenze, Viterbo, Modena, Reggio Emilia. Nella Capitale decolla quest’anno «Nonno House». A fare la mossa è l’Inpdap, che mette sul piatto un contributo forfettario di 300 euro mensili per i suoi pensionati autosufficienti, disposti ad accogliere in casa uno studente fuori sede. A carico dell’ospite una quota superconveniente di soli 200 euro.

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