Non profit
Emergency torna a casa Cecilia cambia rotta
A Firenze è partito il nuovo corso dell'ong
di Chiara Daneo
L’apertura del secondo ambulatorio in territorio nazionale e il varo del manifesto «Il mondo che vogliamo» segnano l’inizio di una nuova stagione
di forte impegno in Italia. Come spiega la presidente Tanti ospiti vip: cantanti e scrittori, giornalisti e musicisti, sociologi e giuristi con una sorpresa dell’ultimo minuto, Roberto Saviano, intervenuto venerdì 10 settembre al Nelson Mandela Forum: a risfogliare il programma delle celebrità intervenute al nono incontro nazionale di Emergency (Fabio Fazio, Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Patty Smith, Danilo Zolo, Massimo Fini e Jean Ziegler solo per citarne alcuni) si ha la sensazione di una festa in grande stile, più che di un incontro nazionale dei volontari. Ma l’apparenza inganna e se la “cornice” è particolarmente visibile è solo – assicurano – per dar risalto al contenuto e alle novità che l’associazione sta in questi giorni condividendo con i suoi volontari. Tra le più importanti: un nuovo impegno in Italia (un poliambulatorio a Marghera dedicato ai migranti, ma non solo) e un “manifesto” («Il mondo che vogliamo») che ha l’intento di integrare i valori di sempre (il rifiuto netto della guerra, il diritto ad una salute gratuita e di alta qualità per tutti) con “nuovi” principi: il diritto ad un’istruzione pubblica e di qualità e il diritto al lavoro. La presidente Cecilia Strada ci ha spiegato le ragioni di questo cambiamento.
Vita: Perché un altro ambulatorio in Italia?
Cecilia Strada: Ce n’era e ce n’è bisogno. I risultati straordinari del Poliambulatorio di Palermo, che in questi anni ha curato non solo migranti ma anche moltissime persone in stato di bisogno, ci ha indicato che l’idea, quella che anche in Italia ci fosse una sacca di popolazione che per vari motivi non riusciva o non poteva accedere al sistema sanitario nazionale, era giusta. Per questo abbiamo deciso di aprire anche un poliambulatorio di Marghera che sarà operativo da metà ottobre.
Vita: Parliamo del manifesto «Il mondo che vogliamo»: com’è nato? Cosa c’entrano l’istruzione e il mondo del lavoro con gli impegni di Emergency?
Strada: L’appello «Il mondo che vogliamo» è nato semplicemente aprendo le nostre finestre e guardando un mondo in cui la guerra non è più in paesi lontani, ma è già qui fuori: una guerra al diverso, allo straniero, alla scuola pubblica, alla sicurezza sul lavoro.
Vita: Sarà quindi un’Emergency più schierata quella che vedremo dal prossimo autunno?
Strada: No, Emergency non sarà mai schierata politicamente. La sfida, semmai, sarà nel renderla ancora più attiva, impegnata, e consapevole che mai.
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