Non profit

Un triangolo virtuoso

Parla Luca Remmert, presidente della Commissione Acri

di Riccardo Bonacina

La Commissione Acri sul microcredito
ha vinto una
importante battaglia,
il riconoscimento legislativo dell’azione dei soggetti senza fine di lucro, e propone un modello di intervento
Un passato in Fondazione Crt e in Unicredit, una solida attività imprenditoriale nell’avicoltura e una vera passione per la montagna, Luca Remmert, dal giugno 2008, è vicepresidente della Compagnia di San Paolo e da qualche mese presidente della Commissione Acri sul microcredito. Una commissione che non solo rappresenta un’importante occasione di confronto tra le fondazioni sulle esperienze e pratiche di microcredito fatte sino ad oggi, ma che anche si è segnalata per aver finalizzato positivamente un’importante battaglia legislativa. Anche grazie al suo impegno, infatti, il non profit è entrato da protagonista nella definizione e nella disciplina del microcredito italiano. Com’è stabilito nel decreto legislativo, recepito in Gazzetta Ufficiale il 4 settembre, anche i soggetti senza fini di lucro potranno occuparsi di questo straordinario strumento di coesione sociale. Si schernisce Remmert che incontriamo in Compagnia San Paolo: «Il merito è soprattutto del presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, che ci ha segnalato con prontezza il problema. Il legislatore, forse con l’intento di razionalizzare il mercato e impedirne l’accesso a soggetti che possono lucrare sulle difficoltà dei cittadini, era andato giù con l’accetta, dimenticando il microcredito sociale. Abbiamo corretto il tutto con l’aiuto di parlamentari e del sottosegretario all’Economia Luigi Casero, che hanno subito capito e collaborato. Certo, se non l’avessimo fatto i soggetti senza fine di lucro non avrebbero potuto più operare».
Vita: Il microcredito vede le fondazioni d’origine bancaria sempre più protagoniste. È la nuova frontiera del vostro impegno, una modalità per andare oltre lo schema dei bandi?
Luca Remmert: Senza dubbio. Secondo le indicazioni raccolte dall’indagine realizzata nel 2009 dalla commissione, emerge che il microcredito è visto come uno strumento particolarmente adatto per intervenire a favore di famiglie in difficoltà economica e lavoratori cassintegrati, per le donne in cerca di impiego, per gli immigrati con lavori precari, ma anche per i giovani che, per completare gli studi o avviare la propria attività professionale, hanno bisogno di prestiti d’onore. Come vede c’è una predominanza del microcredito sociale.
Vita: Le fondazioni modulano l’offerta ascoltando le domande dei territori. Nello specifico del microcredito avete notato cambiamenti nella domanda?
Remmert: Sì, e su due fronti: da una parte il mercato del lavoro e la disoccupazione stanno emarginando persone che hanno ancora capacità di iniziativa e know how spendibili, dall’altro gli immigrati che iniziano nuove e interessanti attività imprenditoriali. Dal territorio, quindi, emerge oggi la domanda di un microcredito di tipo economico, un microcredito d’impresa che aiuti la promozione di autonoma iniziativa economica. Il collo di bottiglia, come sempre, è il credito. Purtroppo le banche devono ancora fare molto rispetto alla capacità di giudicare la possibilità di concedere un credito rispetto ad un progetto. Per questo sosteniamo che il microcredito aiuta le banche a crescere e toglie loro un problema. Bisogna aiutarle a creare strutture dedicate o dei prodotti specifici.
Vita: La Commissione Acri che lei presiede propone un modello di intervento triangolare per il microcredito, vale a dire?
Remmert: È un modello che deriva anche dalle esperienze fatte, anche direttamente come Compagnia San Paolo. Agli enti intermedi, Caritas diocesane, cooperative, comitati, associazioni, centri di ascolto, viene affidato prevalentemente un ruolo di antenne e di tutoraggio; le banche erogano i finanziamenti; le fondazioni intervengono in genere tramite fondi di garanzia, ma anche per disegnare e favorire l’avvio dei servizi ancillari di tutoraggio e di assistenza svolti dagli enti intermedi. Un know how che mettiamo a disposizione di tutti.


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