Cultura

Vescovi sudafricani: petrolio sudanese finanzia la guerra

La Chiesa cattolica critica duramente gli accordi di cooperazione tra compagnie petroliferie di Città del Capo e governo di Karthoum. Un documento della Conferenza episcopale sudafricana reso noto dal

di Daniela Romanello

La Chiesa cattolica sudafricana critica con forza gli accordi di cooperazione fra compagnie petrolifere sudafricane e il governo di Khartoum. In un comunicato ufficiale pubblicato oggi si dice che “Data la nostra esperienza sotto l’apartheid, vorremmo essere gli ultimi a sostenere un governo che è in guerra con la sua stessa popolazione”. Soekor, una compagnia parastatale per esplorazioni petrolifere è ad uno stadio avanzato per negoziare un’espansione delle sue attività in Sudan. Nel comunicato il Presidente della Conferenza Episcopale Sudafricana (SACBC), card. Wilfrid Napier, arcivescovo di Durban, afferma “Attraverso questi negoziati per nuove concessioni, il governo sudanese offre come ‘disponibili’, aree che non sono state ancora ‘liberate’ dalla popolazione del luogo. Siamo preoccupati che il Sudafrica contribuisca all’escalation del conflitto in Sudan. Questo è contrario alle intenzioni dichiarate dal nostro governo di voler promuovere giustizia, democrazia e pace in quel paese”. “La nostra preoccupazione è confermata dalla dichiarazioni fatte dal vice-primo ministro Susan Shabangu da Khartoum all’inizio di luglio. In esse si afferma che il governo sudafricano si impegna a sviluppare relazioni con Khartoum nel campo dell’estrazione petrolifera e mineraria. Il petrolio è fondamentale per la guerra in Sudan. Durante la nostra visita in Sudan abbiamo visto noi stessi i risultati della migrazione forzata e dello sradicamento di decine di migliaia di sudanesi del sud per proteggere i campi petroliferi e gli oleodotti da attacchi violenti. Migliaia sono stati uccisi o sono morti di fame o malattia”. “Siamo convinti che il petrolio è la causa maggiore della guerra e un mezzo usato da Khartoum per aumentare le sue capacità militari” continua il card. Napier. “Gli accordi della Soekor con Khartoum sosterranno solo uno degli interlocutori del conflitto sudanese, andando ad aumentare le sofferenze della popolazione del sud. Tutto ciò viene ad inficiare il ruolo di mediatore che il governo sudafricano ha rivestito sinora. In più, organizzazioni internazionali hanno domandato da tempo alle compagnie petrolifere di sospendere le attività in Sudan per sostenere il processo di pace.” “La SACBC è perciò profondamente preoccupata: le compagnie sudafricane che comprano petrolio dal Sudan stanno lavorando contro lo stabilirsi di un effettivo processo di pace”. Il card. Napier ha chiesto a Phumzile Mlambo-Ngcuka, ministro per gli Affari Minerari e dell’Energia, di intervenire per fermare questo aperto sostegno a una delle parti del conflitto sudanese, che è anche accusato di serie violazioni ai diritti umani. La prossima settimana una delegazione sudanese guidata da Osman Ismail, ministro degli Esteri, si recherà in Sudafrica. La SACBC ha ottenuto di incontrare la delegazione per chiarimenti.


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