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Il non profit sarà protagonista

In Gazzetta il decreto. Gli enti non lucrativi nell'elenco dei soggetti che potranno effettuare microcredito

di Benedetta Verrini

Il non profit entra da protagonista nella definizione e nella disciplina del microcredito italiano. Grazie al via libera – il 30 luglio scorso – del decreto legislativo che riforma i contratti di credito ai consumatori, anche i soggetti senza fini di lucro potranno occuparsi di questo straordinario strumento di coesione sociale, su cui le Fondazioni stanno incrementando l’attenzione e gli investimenti. 

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 di sabato 4 settembre il decreto legislativo n.141 di attuazione della direttiva europea 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori.

La corposa riforma va a modificare il Titolo VI del T.U. bancario (DLG n. 385 del 1993) in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi. E soprattutto, affida ai soggetti senza fini di lucro la possibilità di realizzare il microcredito sul territorio.

Basta andare all’articolo 7 del decreto, che rinnova tutto il Titolo V del TU bancario, nella sezione “Soggetti operanti nel settore finanziario”. All’art. 111, rubricato “Microcredito”, si trova tutta la definizione della disciplina del microcredito.

I finanziamenti concessi dovranno avere queste caratteristiche:

a) essere di ammontare non superiore a euro 25.000,00  e  non assistiti da garanzie reali;  

b) essere finalizzati  all’avvio  o  allo  sviluppo  di  iniziative imprenditoriali o all’inserimento nel mercato del lavoro;   

c) essere accompagnati dalla prestazione  di  servizi  ausiliari  di assistenza e monitoraggio dei soggetti finanziati.

Il comma 4 dell’articolo disciplina poi il ruolo dei soggetti senza fini di lucro:

I soggetti senza fini di lucro (in possesso di requisiti di onorabilità e altre caratteristiche fissate da successivi decreti) potranno essere iscritti in una sezione speciale dei soggetti erogatori e potranno concedere finanziamenti a persone fisiche, società di persone o cooperative, “a condizione che i finanziamenti siano concessi a condizioni più favorevoli di quelle prevalenti sul mercato”.

Gli ultimi due anni hanno dimostrato che in Italia dal 2008 ad oggi il microcredito è cresciuto del 500%, con un portafoglio di 12 milioni e 700mila euro (quello europeo è di 828 milioni di euro).

Ne sono grandi promotrici le fondazioni di origine bancaria, sempre più impegnate a sostenere progetti in questo campo, convinte che il microcredito possa rappresentare una forte leva di inclusione e coesione sociale. Per questo motivo è stata recentemente istituita all’interno dell’Acri una speciale Commissione per il Microcredito. “Le Fondazioni considerano il microcredito uno strumento particolarmente adatto per intervenire a favore di famiglie in difficoltà economica e lavoratori cassintegrati, per le donne in cerca di impiego, per gli immigrati con lavori precari, ma anche per i giovani che per completare gli studi o avviare la propria attività professionale hanno bisogno di prestiti d’onore”, ha spiegato il presidente della Commissione Luca Remmert, vicepresidente della Compagnia di San Paolo.  

Sul settimanale Vita in edicola questa settimana un approfondimento sui risvolti che il decreto avrà per il settore non profit e sul ruolo che le fondazioni potranno giocare nel sistema.


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