Non profit
Basta con le parole, qui serve una vera lobby parlamentare
Intervista a Ugo Sposetti
5 per mille, riforma del Codice civile. L’ex tesoriere dei Ds striglia i colleghi dell’Intergruppo per la sussidiarietà: «In poche mosse si può vincere la partita. Smettiamola
di pendere dalle labbra di Tremonti. Altrimenti perderemo definitivamente la faccia con il mondo dell’associazionismo»
Da un numero imprecisato di anni l’ex mitico, e ultimo, tesoriere dei Ds, ogni penultima domenica d’estate, si presenta in quel di Rimini, per il Meeting di Cl. «I primi anni andavo per osservare e capire come facevano a mettere in piedi quel ben di Dio di festa», racconta. «Oggi so che quando vedo, come mi capita tutti gli anni, tanti volontari che lavorano con il sorriso sulle labbra, beh vuol dire che hanno una passione e una forza interiore fortissime. E sa perché? Perché lavorano e si mettono a servizio dell’Uomo con la U maiuscola». Non è un caso se all’ultima riunione dell’Intergruppo per la sussidiarietà, che si è tenuta proprio al Meeting e che ha visto sia il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi che il ministro Angelino Alfano lanciare due proposte importanti (Lupi: «A settembre presenteremo, a partire dal Senato, una pdl sulla stabilizzazione del 5 per mille»; Alfano: «Vanno riviste le norme previste dal Codice civile del 1942 su volontariato e terzo settore»), l’intervento più applaudito dal popolo ciellino è stato quello di Sposetti. Il “comunista” Sposetti.
Vita: Ha speranze di vedere la luce la pdl di stabilizzazione del 5 per mille?
Ugo Sposetti: Ormai stiamo cadendo nel ridicolo. La vicenda del 5 per mille è diventata paradossale. Ogni anno il ministro Tremonti fa un sacco di storie, per trovare i soldi. Il 5 per mille deve diventare una misura di legge, certa e stabile, altrimenti come Intergruppo per la sussidiarietà non saremo mai più credibili. Trecento parlamentari dell’Intergruppo hanno chiesto e sponsorizzato questa misura ed è il terzo anno che ci riuniamo a Rimini e prendiamo solennemente questo impegno. Ora dico basta. Rischiamo di perdere, e definitivamente, l’entusiasmo e la fiducia del mondo dell’associazionismo. Lo spirito solidaristico e sociale del popolo italiano va agevolato, non ostacolato. Basterebbero poche misure e tutte di buon senso. Però, agli amici come Lupi e altri, che pure stimo, voglio dire che non possiamo più continuare a pendere dalla labbra del ministro Tremonti o del suo governo. Serve un atteggiamento più critico e meno acritico, da parte di tutti, anche da parte dell’Intergruppo. Dobbiamo comportarci e agire come una lobby. Una lobby che lavora in nome del popolo italiano. Una lobby che sappia essere portatrice di interessi forti e importanti, che vanno difesi e riconosciuti.
Vita: Codice civile, ora c’è anche la proposta di Alfano…
Sposetti: Il punto vero, e serio, è che stiamo perdendo un sacco di tempo, invece bisogna far presto. C’è il testo della commissione Pinza, che giace al Senato, e ora c’è anche la bozza del ministro Alfano, che l’ha annunciata a Rimini, ma lo stesso Alfano, in quel dibattito, mi ha dato ragione, alla fine. Bastano due articoli: uno che stenda l’impianto-manifesto della legge e uno sull’operatività. Troppe norme non servono, ci complicherebbero solo la vita e l’iter parlamentare della legge. Se ci mettiamo a cambiare l’intero Codice civile, che è del 42, anteriore alla Costituzione, non se ne esce.
Vita: Come mai lei è diventato un habitué, del Meeting di Cl?
Sposetti: Perché si parla di uomo, libertà, diritti, di come uomini e donne possono convivere, di democrazia. Mi ci trovo molto bene, anche se quest’anno ho notato un venir meno di autonomia e spirito critico, nei confronti del governo come di Marchionne. E agli amici del Meeting dico: attenti alle trappole.
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