Non profit
I neopapà italiani aspettano il congedo
Parla la firmataria Alessia Mosca (Pd)
La scelta di David Cameron, premier britannico, di prendersi un congedo di paternità? «Ha un valore politico estremamente positivo perché tocca la collettività ed è in grado di influenzarla», sostiene Alessia Mosca, deputata Pd, prima firmataria di una proposta di legge ad hoc (abbinata a quella analoga di Barbara Saltamartini, Pdl).
Per i padri italiani il congedo obbligatorio di paternità sarebbe di quattro giorni. Una pausa breve, quasi simbolica ma che «mira a segnare una svolta culturale», spiega la deputata, «in un’Italia con un indice di natalità all’1,24%». Il congedo parentale per i padri, facoltativo e retribuito al 30% dello stipendio, non è molto popolare: ogni anno se ne avvalgono appena 10mila lavoratori, appena 4 su 100. Le proposte Mosca-Saltamartini incidono su più punti del testo unico della maternità e della paternità, il dlgs 151 del 2001. Puntano, ad esempio, ad alzare al 100% (oggi è all’80%) l’indennità giornaliera nel permesso obbligatorio di maternità. E introducono l’obbligo per il padre lavoratore di astenersi dal lavoro per un periodo di quattro giorni continuativi, entro tre mesi dalla nascita del figlio. L’indennità prevista per tale periodo, pari al 100% della retribuzione, è posta a carico del datore di lavoro, ovvero del sistema previdenziale di appartenenza nel caso di lavoratore autonomo.
L’idea di un permesso obbligatorio ha suscitato un intenso dibattito dentro e fuori le aule di Montecitorio, dove la discussione alla commissione Lavoro della Camera sulle proposte C.2618 (Mosca) e C.3023 (Saltamartini) è progredita fino al 14 luglio scorso. E per la ripresa di settembre, annuncia Alessia Mosca, «lavoreremo su un testo condiviso che possa avere una compatibilità sul bilancio. Il punto cruciale è l’obbligatorietà del permesso».
Il dibattito tra i componenti della commissione è stato appassionato: un eminente giuslavorista come Giuliano Cazzola (Pdl) ha espresso tutte le sue riserve dichiarandosi «sconvolto», sotto il profilo culturale, «dinanzi alla pretesa di modificare i costumi e gli orientamenti della società facendo affidamento sulla sola forza della legge». Ha inoltre ricordato che «le misure previste, contribuendo a incrementare il costo del lavoro, pongono rilevanti questioni di ordine finanziario». Di segno opposto le valutazioni di Luigi Bobba (Pd), che ha sottolineato come la proposta possa svolgere «un importante ruolo pedagogico sul giusto riconoscimento delle pari responsabilità genitoriali». Di fatto, l’onere economico di queste misure, indicato nel testo Saltamartini, sarebbe pari a 250 milioni l’anno, da reperire attraverso un incremento delle accise sugli alcolici. Ce la faranno? In commissione Lavoro è stato nominato un comitato ristretto che ha lavorato alla stesura di un testo unificato. Ora la parola torna alla commissione Lavoro e poi passerà al vaglio della commissione Bilancio.
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