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Ultime ore per la petizione rumena

Scade il termine per raccolta firme per la riapertura delle adozioni internazionali in Romania

di Benedetta Verrini

E’ oggi, 31 agosto, il termine di chiusura della campagna di raccolta firme promossa dal coordinamento di associazioni locali per la riapertura delle adozioni internazionali in Romania.

Ne dà notizia il sito di Aibi ricordando che la campagna era stata lanciata il 2 giugno scorso nella Piata Sfatului di Brasov, città a circa 200 km da Bucarest, da un numeroso gruppo di associazioni rumene impegnate in progetti di tutela dell’infanzia abbandonata. A quota 70mila le firme raccolte.

L’obiettivo di Azota Popescu, presidente dell’associazione Chatarsis,  capofila del coordinamento, sarebbe quella di presentare al Parlamento rumeno una richiesta di modifica della legge 273 sulla tutela dell’infanzia abbandonata. Le adozioni internazionali sono di fatto chiuse dal 2001, quando il Governo di Bucarest ha varato una moratoria che le bloccava e ha approvato la legge 273 che dal 2005 le ha sospese.

“Una chiusura scandalosa decisa dal Governo di Bucarest per contrastare i traffici di minori che si erano verificati dopo la caduta del regime di Ceasescu”, si legge nel sito di AiBi. “Una decisione politica scandalosa che non ha tenuto conto in nessun modo delle esigenze degli oltre 60mila minori abbandonati che non sono richiesti dalle coppie rumene in adozione nazionale, condannati quindi a vivere senza una famiglia”.

Secondo Azota Popescu, “la legislazione rumena sulle adozioni viola il diritto fondamentale del bambino ad avere una famiglia, come previsto nella Convenzione dell’ONU del 1989 e della Convenzione de L’Aja del 1993, entrambe ratificate dal Parlamento della Romania.”

Intanto anche il numero uno dell’Ufficio Romeno per le Adozioni (ORA), il segretario di stato Bogdan Panait, ha evidenziato che i numeri delle adozioni nazionali sono troppo esigui rispetto alla condizione dei minori che hanno bisogno di una famiglia. La chiusura delle adozioni, oltretutto, non danneggerebbe solo i bambini ma anche le casse dello Stato. Per Panait l’adozione di 2.000 bambini comporterebbe un risparmio di circa 10 milioni di euro nel bilancio dello stato.

Resta da capire quale sarà la reazione del Governo quando saranno presentati i risultati della campagna di raccolta firme.

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