Politica

La guerra della Tessera

La misura antiviolenza negli stadi introdotta dal ministro Maroni ha riacceso la miccia. Tu cosa ne pensi?

di Lorenzo Alvaro

Roberto Maroni come Margaret Thatcher? La “lady di ferro”, a cavallo degli anni 80, dovette infatti vedersela con il movimento hooligans britannico che metteva a ferro e fuoco gli stadi di tutta Europa. Con una serie di operazioni, la cui più celebre si chiamava “Own Goal”, il governo britannico mise fine alla violenza all’interno degli impianti sportivi. Una guerra senza quartiere alle firm (gruppi ultras inglesi). La guerra che oggi il minitro leghista sta cercando di intraprendere anche in Italia. Così è nata la Tessera del tifoso (Tdt). Che debuterrà in questo campionato.

La reazione del tifo organizzato, però, non si è fatta attendere. Dopo un precampionato di fuoco, contraddistinto da scontri violenti in ogni amichevole e in ogni categoria, in cui le curve non hanno perso occasione per chiarire il loro dissenso alla TdT, è arrivata, a Bergamo, la vera e propria resa dei conti.

Nel giorno della festa di Sant’Alessandro, al Berghem Fest si è infatti scatenato l’inferno. Mentre sotto i gazebo della manifestazione parlavano i ministri Maroni, Calderoli e Tremonti all’esterno frotte di ragazzi (c’è chi dice della curva dell’Atalanta, ma in tanti pensano si trattasse di un gruppo misto di varie tifoserie del nord) hanno organizzato una vera e propria guerriglia di strada caricando a più riprese le forze dell’ordine a suon di pietre e molotov e tra un coro e l’altro, dando fuoco a diverse autovetture. Tutto per un solo motivo: dire no alla Tdt.

Secondo i ragazzi che vivono nelle curve italiane la card è  tutti gli effetti una schedatura. In effetti il provvedimento mira proprio a sottrarre alle curve la loro impunibilità. La grande forza di questi gruppi sta nel fatto che non era, fino ad oggi, possibile riconoscerli se non come massa. Non erano riconoscibili individualmente perchè nessuno era in grado di stabilire in quanti fossero e chi facesse parte dei settori caldi dello stadio. Questo è il motivo per cui gli inquirenti, per arrestare qualcuno, dovevano visionare con minuziosa attenzione le immagini delle telecamere di sicurezza. La Tdt invece è una sorta di carta d’identità che permette di sapere a che ora  il tifoso tal dei tali è entrato, per quale partita, in un quale settore e in che posto. Non si scappa. Le nuove regole prevedono che, per potersi abbonare alla stagione della propria squadra e per poter seguire il proprio undici in trasferta nel settore ospiti, si debba necessariamente avere anche la Tdt. Senza contare che il via libera per la concessione della tessera arriva dalle questure. Risulta evidente allora che il provvedimento è rivolto a quei tifosi che sono interessati a seguire la squadra in casa e fuori, vogliono stare esclusivamente nel settore ospiti in trasferta ed evitano volentieri ogni tipo di contato con le autorità. In una parola gli ultras. Il tifoso saltuario infatti, potrà continuare a fare a meno della card e continuerà a comprare i biglietti singoli nominali per le partite che gli interessano.

In realtà tra il metodo Maroni e il metodo Thatcher non ci sono grandi similitudini se non la dichiarazione di guerra al tifo violento. In molti parlano di “soluzione inglese” guardando agli stadi d’oltre manica. La realtà però è diversa. Certo negli impianti, oggi, in Uk, non ci sono più scontri e i tifosi appaiono tutti ordinati ed educati. Basta uscire di poche centinaia di metri, però, per trovare i vecchi hooligans nei pub o per strada. Una possibilità concreta anche qui.

Si respira anche un’altro rischio. Quello delle tifoserie organizzate è un mondo diviso e costituito da una costellazione di realtà individuali e autoreferenziali. Oggi invece, individuato un nemico comune, la possibilità che diventi un mondo unito e compatto è reale. Basta ad esempio andare su Facebook ed entrare nel gruppo No alla TESSERA del Tifoso (con più di 22.244 aderenti) per rendersi conto di quanto sia eterogenea la popolazione curvaiola. Oltre al grido d’ordinanza «no alla tessera» e a qualche più “poetico” «tifoso tesserato proprietà dello stato!!» fa impressione leggere i pensieri di Caterina «l’ultimo atto dell’eutanasia di una passione. No alla tessera del tifoso (oltre tutto, almeno a Firenze, legata a un’obbligatoria carta di credito!)», Alessia «devo rinunciare all’abbonamento per la prima volta dopo anni e mi addolora, ma… hanno vinto» e la belligerante Francesca «dagli stadi alle strade… non ci avrete mai come volete voi… Fanculo voi e la vostra tessera!». Donne, tantissime donne. E poi ragazzi di Milano, Torino, Firenze, Roma e Napoli. Tutti uniti contro.

Per sapere se il nuovo sistema funzionerà non resta che aspettare. Ma non sarà dalla prima partita del campionato. Sembra infatti che alcune squadre (in particolare il Napoli) abbiano avuto difficoltà a rilasciare le card. Così il sistema ancora non è pronto e abastanza partecipato. Slitterà sembra per una sola giornata. Già dalla seconda di campionato dunque iniziarà l’era Maroni.

E tu cosa ne pensi? Vota il sondaggio qui a fianco!


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA