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Gianna mamma, tanta voglia di tenerezza

di Redazione

Mamma. Allora Gianna Nannini, 54 anni, aspetta un figlio. Le riviste specializzate in gossip le attribuiscono cinque mesi di gravidanza. Anche i più trasgressivi a volte finiscono per diventare amanti delle felicità più tradizionali. Ed essere madre è una cosa bella, anche egoisticamente. Non si sa per ora nulla del papà, né se si tratti di inseminazione artificiale, non avendo mai nascosto la Nannini le sue preferenze per le donne. Vive a Londra questo periodo. Certo il suo animo senese di donna forte e polemica, di star del rock, si percepirà anche in questa occasione. Auguri e figlie femmine.
Torbella. Settembre, cantava una volta Francesco Guccini, è il mese dei ripensamenti. Speriamo che lo sia anche per il sindaco Gianni Alemanno che, colpito dal male estivo di Cortina, ha esternato promettendo di radere al suolo il quartiere capitolino di Tor Bella Monaca. Radere al suolo e ricostruire, per carità, senza deportare gli attuali abitanti ma costruendo per loro qualcosa di simile alla Garbatella (fatale memoria mussoliniana), un nuovo quartiere a misura d’uomo. Magari senza spacciatori e malavita. Purtroppo i problemi di Roma sono innanzitutto altri. Reintegriamo Torbella nella città, senza alimentare false speranze di distruzione. Peraltro sempre un po’ violente.
Controesodo. Si fa presto a dire rientro. Non è così facile. Ne sanno qualcosa i tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi che, sebbene reintegrati dal giudice, sono stati riaccompagnati ai cancelli per ordine della direzione del personale della Fiat. L’Azienda vuole pagargli lo stipendio ma non li vuole riammettere in fabbrica, dalla quale li aveva licenziati. Almeno fino al prossimo ottobre quando ci sarà un nuovo grado del processo. È uno scontro durissimo che simbolicamente Marchionne impone all’agenda del nostro Paese in vista dell’autunno. È vero che quasi tutti hanno criticato il suo operato, contro i giudici e contro il sindacato, ma in molti gli hanno riconosciuto di mettere il dito sulla piaga. Se infatti gli investimenti esteri non arrivano in Italia (siamo i peggiori davanti solo alla sfasciata Grecia) è anche perché vecchia difesa dei privilegi sindacali e statalismo fanno paura a chi voglia creare impresa. I catastrofisti vedono nello scontro su Melfi il nuovo capitolo di una decadenza economica del nostro Paese. E il combinato disposto con una situazione politica confusa dove la vecchia maggioranza di Governo non ha più i voti alla Camera preoccupa tutti. Autunno dunque non caldo ma bollente sul fronte sindacale, sociale e politico. Con qualche timido segnale di speranza sul fronte del prodotto interno lordo.

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