Mondo

Unicef: almeno 18mila le vittime di stupro

Il direttore generale Lake: "La violenza sessuale è un crimine internazionale e tutti i responsabili devono essere ritenuti pienamente perseguibili"

di Benedetta Verrini

La notizia è stata rilanciata ieri dall’Associated Press: almeno duecento donne e quattro bambini sono stati stuprati dai ribelli nella Repubblica Democratica del Congo, durante l’assedio della città di Luvungi, al confine con il Ruanda. Le violenze sarebbero avvenute a pochi chilometri da una base del corpo di pace ONU.

La missione delle Nazioni Unite ha fatto sapere di non essere potuta intervenire immediatamente a causa del blocco stradale operato dai ribelli (i ruandesi dell’FDRL, protagonisti del genocidio del 1994, e i congolesi May May). Soltanto 25 caschi blu sarebbero poi stati mobilitati, ma l’esiguo numero della compagnia avrebbe impedito al corpo di pace di assicurare la sicurezza in tutti i villaggi attorno: alcuni testimoni hanno raccontato che i ribelli fuggivano all’arrivo dei caschi blu, per poi tornare quando questi si dirigevano verso il villaggio successivo.

Non ci sarebbero stati combattimenti sanguinosi né uccisioni, ma saccheggi sistematici e violenze sessuali di gruppo nei confronti di tutte le donne dei villaggi. Le vittime sarebbero state violentate nelle loro case, di fronte alle proprie famiglie, e alcune sarebbero state trascinate nel bosco e brutalizzate da più uomini. Anche quattro bambini, tutti di età inferiore ai due anni, avrebbero subito gli abusi dei ribelli. Gli operatori sanitari internazionali hanno soccorso a 179 donne, ma il numero potrebbe essere di gran lunga maggiore visto che molti civili sono ancora nascosti per timore di nuovi assalti.

L’episodio ci obbliga a lanciare un appello per fermare subito l’uso della violenza sessuale come arma di guerra“, ha dichiarato oggi Anthony Lake, direttore generale dell’Unicef.

“Gravi violazioni dei diritti umani, come lo stupro e la violenza sessuale, sono diventate endemiche nella RDC. L’UNICEF è a conoscenza che, soltanto nel 2009, circa diciottomila vittime di violenze sessuali nella Repubblica democratica del Congo hanno cercato assistenza, di questi 11.855 hanno avuto bisogno di cure mediche d’urgenza. E’ altamente probabile che molte più violenze non siano state denunciate”.

“Le sofferenze causate dalla violenza sessuale vanno oltre il momento in cui avvengono. Molti superstiti portano cicatrici fisiche e psicologiche per il resto della loro vita. E la violenza sessuale ha anche un profondo impatto sulle famiglie, sulla comunità e sulla società, rafforzando una cultura della violenza”, prosegue Lake.

“La violenza sessuale è un crimine internazionale e tutti i responsabili devono essere ritenuti pienamente perseguibili. L’impunità dalla punizione deve finire. Il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon ha chiesto al suo Rappresentante speciale per la Violenza sessuale nei conflitti di seguire questi terribili episodi nella RDC e di coordinare una risposta, compreso il supporto indispensabile e la cura per le ragazze e le donne che sono state colpite. L’UNICEF sostiene questo sforzo ed è disposto a fare tutto il possibile”. 

 

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