Economia

Uscire dalla crisi, si può fare

L'Ad del Credito Valtellinese protagonista dell'incontro "Un caffè con... un banchiere" parla della crisi, delle banche e delle possibili vie d'uscita

di Antonietta Nembri

da Rimini

«Come la crisi può essere un’opportunità? Prima ancora: io, la mia famiglia, la mia impresa, cosa dobbiamo cambiare per uscire da questa crisi?». È questa la domanda che ha fatto da guida all’intervento di Miro Fiordi, amministratore delegato del Credito Valtellinese, che è stato protagonista oggi al Meeting all’incontro Un caffè con… un banchiere.

La causa principale della crisi secondo Fiordi è la perdita del buon senso: «Per molti anni le banche non sono state gestite come imprese a lungo termine, ma con il tentativo di massimizzare i guadagni, a volte con operazioni molto rischiose a livello economico», è la sua analisi. «Tutto questo ha portato a un eccesso di debito non ripianabile facilmente, tanto che moltissime banche sono andate in crisi». Fiordi ha poi ricordato che, anche grazie alle manovre finanziarie del ministro Tremonti, l’Italia è entrata nella crisi in una posizione migliore rispetto a quella di altri paesi.

La differenza sta nel fatto che nel nostro paese le piccole e medie imprese, anziché diminuire, sono sempre aumentate. «Questo continuo tentativo di creare ricchezza ha permesso che il sistema economico non rimanesse schiacciato ma potesse sopravvivere». Allo stesso tempo la forte presenza di associazioni, amalgama della società, e la famiglia, che in Italia è uno degli ammortizzatori sociali più robusti che esistano, sono gli elementi che permettono al banchiere di avere fiducia nella ripresa economica.

Per affrontare i momenti difficili dell’economia secondo Fiordi occorre, «innanzitutto eliminare il nichilismo e la negatività» e «in secondo luogo bisogna avere la stessa caparbietà con cui i nostri nonni hanno ricostruito la nazione dopo le guerre: rimboccarsi le maniche e tentare di vagliare tutte le opzioni possibili».

Una delle proposte che Fiordi vorrebbe rivolgere al ministro Tremonti è sbloccare la macchina pubblica per liberare nuovi fondi da investire. Allo stesso tempo l’Ad del Credito Valtellinese ha manifestato il suo timore che le elezioni anticipate, mettendo il Paese in una situazione di ulteriore instabilità, possano essere un vero disastro per il settore economico.


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