Non profit

La catastrofe ha danneggiato anche due Villaggi SOS

Si tratta dei Villaggi di Leh Ladakh e Dharamsala, situati nella parte più settentrionale della penisola indiana. L'organizzazione in prima linea per assistere le vittime

di Benedetta Verrini

Erano lì, quando la terra è stata ingoiata dall’acqua: gli operatori e i volontari di SOS Villaggi dei Bambini, presenti in Pakistan e India da moltissimi anni, si stanno adoperando per soccorrere, in collaborazione con le grandi agenzie umanitarie, la popolazione colpita dall’alluvione.

Nella regione indiana al confine con il Pakistan, in particolare, la catastrofe ha sfiorato anche i Villaggi SOS di Leh Ladakh e Dharamsala, che sono situate nella parte più settentrionale della penisola indiana nelle zone più devastate dall’alluvione. Ora ospitano bambini in difficoltà provenienti dalla comunità tibetana in esilio. I Villaggi hanno subito leggeri danni e fortunatamente nessuno dei bambini ospitati o dei collaboratori e operatori SOS sono stati colpiti.

In particolare il Villaggio SOS di Leh-Ladakh, composto da ben 34 case famiglia e situato a 7 km dalla città di Leh nello stato del Jammu and Kashmir, è ora punto di riferimento per la popolazione circostante colpita dalla catastrofe. All’interno del piccolo ospedale situato nel Villaggio, SOS Villaggi dei Bambini sta infatti ospitando più di 50 persone le cui condizioni richiedono interventi d’urgenza. Sono state distrutte circa 70 case nei campi tibetani circostanti e per questo motivo le famiglie colpite dall’alluvione sono state ospitate nelle scuole. Per un’ottimale organizzazione e coordinamento degli sforzi sul campo è stata creata un commissione locale di cui il Direttore del Villaggio di Leh-Ladakh fa parte.

Ma SOS Villaggi dei Bambini è presente, anche in Pakistan, dal 1977 e ha offerto alle autorità il suo più totale sostegno per la cura e l’accoglienza di bambini rimasti orfani o abbandonati in seguito alla catastrofe e sta già fornendo i primi aiuti alle famiglie alluvionate. E’ inoltre in contatto con l’ufficio dell’UNICEF situato a Lahore e sta collaborando con due organizzazioni presenti sul campo: Fatima Memorial Hospital System, che si occupa dell’invio di personale medico nelle aree colpite, e CCP (Concerned Citizens Society of Pakistan).

SOS si sta occupando di raccogliere in loco beni di sussistenza e di assemblarli con l’obiettivo di inviare alla CCP pacchi alimentari – che comprendono razioni di farina, riso, olio, zucchero, the, sale e latte in polvere – e beni di prima necessità come sapone, tende, materiale igienico, candele e fiammiferi. La CCP sarà in seguito responsabile della loro distruzione nelle aree colpite dall’alluvione.  

Oggi l’associazione conta sul territorio pakistano otto Villaggi SOS (più quattro in costruzione), sei Case del Giovane SOS, sette Scuole SOS Hermann Gmeiner, quattro centri di formazione professionale, quattro centri sociali e due Centri Medici SOS.

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