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Sap: “Non serve a nulla un Cie in ogni regione”

Il sindacato autonomo di polizia prende posizione dopo gli ultimi problemi nei Centri di identificazione ed espulsione. "Non incisive le politiche del Governo per la sicurezza"

di Daniele Biella

“Ancora tentativi di fuga, ancora colleghi feriti, ancora problemi per i Cie, i centri di identificazione ed espulsione che ormai rappresentano il simbolo più chiaro della non incisività delle politiche per la sicurezza dell’attuale governo, che sembra molto interessato agli annunci e alle conferenze stampa, ma non altrettanto attento ai problemi di poliziotti, carabinieri e, in questo caso, degli stessi immigrati”. E’ quanto afferma il segretario del Sap, Sindacato autonomo di polizia, Nicola Tanzi.

“La risposta del Governo”, spiega il sindacalista, “è quella di istituire Cie in ogni regione. Una risposta che rischia di non servire a nulla perchè, come abbiamo denunciato più volte, i problemi sono legati in primo luogo alle strutture, che non sono all’altezza delle esigenze; e alla loro gestione, che va rivista completamente. L’utilizzo dei militari, tanto per essere chiari, si è rivelato inutile”. Per il segretario del Sap, “fallito l’esperimento del cosiddetto trattamento in liberta’, occorre valutare la possibilità che gli immigrati siano sottoposti a normali ed elementari restrizioni della libertà personali, sempre ovviamente nel rispetto dei principi costituzionalmente garantiti. In queste strutture, ci sono sempre stati problemi, con frequenti rivolte e danneggiamenti. Aver portato a 18 mesi la permanenza nei Cie ha aggravato la situazione, ha significato destinare ancora piu’ uomini e mezzi per la sorveglianza, personale ancora una volta sottratto al territorio”.

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