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È morto l’ex presidente

Dopo 50 anni di politica si è spento all’ospedale Gemelli

di Lorenzo Alvaro

Da Sottosegretario, a Ministro, a Presidente del Consiglio, del Senato e della Repubblica, è morto Francesco Cossiga, una vita al servizio dello Stato. «Invano cerco, con passo malfermo, di evitare la fossa che mi attende». È la frase che il presidente emerito della Repubblica era solito pronunciare. Lo ricordano i capannelli di amici e parenti che si sono ritrovati in questo momento di grande dolore per la scomparsa del presidente, all’ospedale Gemelli.

A 48 anni è stato il più giovane ministro dell’Interno della storia della Repubblica, e soprattutto il più giovane capo dello Stato, a 57 anni non ancora compiuti: è stato il politico dei record. Suo anche il primato dell’elezione più veloce del presidente della Repubblica, al primo scrutinio, con 752 voti su 977 provenienti da Dc, Pci, Psi, Pri, Pli, Psdi e sinistra indipendente. Con un’ora e 52 minuti di scrutinio, la seduta del 24 giugno 1985 sarà ricordata come quella della più rapida elezione dell’inquilino del Colle.

Una propensione a bruciare le tappe riscontrata già dalla sua biografia d’adolescente, quando a soli 16 anni Cossiga consegue il diploma di maturità e, iscritto alla facoltà di Giurisprudenza, si laurea, nel 1948, all’età di 20 anni. Nel frattempo, a 17 anni, la sua ultracinquantennale carriera politica era cominciata nella sezione sassarese della Democrazia cristiana, rappresentando da subito le esigenze di rinnovamento della classe politica locale. A 28 anni guida la rivoluzione bianca dei “giovani turchi”, portando le nuove leve democristiane alla vittoria nelle elezioni del 1956 per il direttivo provinciale sassarese e, sull’onda di questo primo successo politico, diventa segretario provinciale della Dc di Sassari. Due anni più tardi entra per la prima volta a Montecitorio.


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