Welfare

Dopo caso Cucchi cambia il protocollo sanitario

Ora i parenti saranno subito avvertiti. "Mai più situazioni come quella del giovane morto al Pertini di Roma", afferma Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Ssn

di Redazione

Se le condizioni di un paziente detenuto si aggravano il medico potrà avvertire direttamente i familiari, senza attendere il permesso del magistrato di vigilanza. Una grossa novità quella annunciata dal ministro della Giustizia Angelino Alfano e contenuta in una missiva inviata al presidente della Commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino.

Lo stesso Marino, nel commentare la notizia, è tornato a parlare della morte di Stefano Cucchi in seguito alla detenzione e a insaputa dei parenti. “Nessuno potrà restituire Cucchi alla sua famiglia”, ha affermato Marino, “ma adesso si potrà evitare che altri casi come quello del giovane morto all’ospedale Sandro Pertini di Roma, a una settimana dal suo arresto per possesso di droga, accadano nuovamente. I correttivi introdotti nel protocollo organizzativo della struttura protetta del Pertini saranno estesi a tutte le strutture protette italiane”.

“Da oggi si potrà fare ciò che ogni medico pratica con ogni paziente: nel momento dell’aggravamento assiste il detenuto e immediatamente dopo informa i familiari delle condizioni cliniche del loro caro”, sottolinea Marino. “Fino ad oggi per fare questo c’era la necessità di un permesso del magistrato di sorveglianza, richiesto attraverso il carcere. Occorrevano giorni. Ora bastano minuti”.

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