Formazione

A Milano si impara di più

Secondo l'Invalsi, l'apprendimento è migliore al Nord

di Maurizio Regosa

L’Invalsi ha realizzato per l’anno scolastico 2009-2010 la rilevazione degli apprendimenti nelle classi II e V della scuola primaria e nella classe I della scuola secondaria di primo grado. L’indagine è stata campionata su base regionale e ha coinvolto, per i tre livelli di classe, 2.694 scuole, 6.095 classi e 125.389 studenti (compresi quelli con disturbi nell’apprendimento, il che – a suo tempo – ha suscitato alcune polemiche da parte delle associazioni che se ne occupano. Alla fine sono stati esclusi dalla rilevazione ma ex post).

Due prove, molti risultati

Per verificare l’apprendimento, sono state somministrate due prove (italiano e matematica) che lo stesso Invalsi definisce «di buona qualità e di difficoltà adeguata», tese a far emergere le abilità degli studenti e distribuite in modo da poter cogliere anche gli apprendimenti dei ragazzi meno attrezzati. Quanto ai risultati, sono molto diversificati. In italiano, ad esempio, risposta esatta per il 60,8% della prima classe della scuola secondaria di primo grado e per il 66,6% della quinta della primaria. Un dato che però non può essere interpretato come miglioramento o peggioramento. È però possibile confrontare le diverse parti delle prove. Ad esempio, per quanto riguarda i quesiti grammaticali più difficili, si registra una significativa riduzione delle risposte corrette tra la quinta primaria e la terza media. Viceversa per quanto riguarda la comprensione del testo narrativo, i ragazzi delle medie vanno assai meglio di quelli di quinta elementare. Infine in matematica gli studenti rispondono correttamente a una percentuale di domande che varia tra il 50,9% della prima media e il 61,3% della quinta elementare.

Nord omogeneo, tanti Sud

In generale, gli studenti del Nord ottengono risultati migliori dei loro colleghi del Sud e del Centro. Non solo: le prestazioni paiono più costanti al Settentrione, mentre la varianza dei risultati appare strutturalmente più elevata al Sud. Come se non bastasse, il divario Nord- Sud tende ad ampliarsi tra la scuola primaria e quella secondaria. In pratica passando dalla seconda elementare alla terza media, si assiste a un progressivo allontanamento dei risultati delle diverse aree. Le regioni settentrionali partono avvantaggiate, in particolare in italiano, e tendono a migliorare ulteriormente i risultati nel corso dell’itinerario scolastico, mentre le regioni meridionali perdono progressivamente terreno sia in italiano sia in matematica. Un altro risultato degno di rilievo è che nel passaggio tra elementari e medie, le distanze dalla media in italiano e matematica di una stessa regione tendono a diventare sempre più simili.

Apprendimenti diversificati

I dati Invalsi segnalano quindi una forte divergenza dei livelli di apprendimento: i risultati nelle diverse aree geografiche del Paese sono differenti, tendono a evolvere in modo divergente e sono sempre più dipendenti dalla scuola frequentata, nel Sud più che nel Nord. Un destino che gli italiani condividono con i loro colleghi di cittadinanza differente. Mentre i risultati degli studenti stranieri sono sostanzialmente uniformi, la differenza tra i risultati degli allievi italiani e quelli con diversa cittadinanza è maggiore nel Nord che nel Sud del Paese, sia nella scuola primaria che nella secondaria di primo grado. Un divario imputabile al fatto che i ragazzi italiani del Centro-Nord hanno risultati migliori rispetto ai loro colleghi del Sud.


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