Non profit
In mare 5 milioni di barili
Secondo le stime del governo Usa sono fuoriusciti dal pozzo 780 milioni di litri di petrolio
La Bp ha annunciato che un test prima della chiusura definitiva del pozzo Macondo, tramite Static Kill, ha dovuto essere ritardata a causa di un problema tecnico e che l’operazione avverrà probabilmente in giornata. In un comunicato, l’azienda petrolifera ha spiegato che «durante gli ultimi preparativi per iniziare le prove di iniezione (di fango nel pozzo) è stata scoperta una piccola perdita idraulica» in uno dei sistemi di controllo. Le previsioni sono comunque di riuscire a realizzare i test in giornata, quando la perdita sarà riparata. L’operazione Static Kill punta, mediante l’ineizione di cemento e fango, a spingere il petrolio nel bacino sottostante, un deposito situato 4mila metri sotto la superficie marina; è il primo dei due interventi previsti per mettere fine al peggior disastro ambientale della storia Usa. Thad Allen, l’ammiraglio in pensione che guida le operazioni dell’amministrazione Usa contro la marea nera nel Golfo del Messico, ha spiegato che i test dureranno circa quattro ore e, a seconda dei risultati, si darà il via a Static Kill, la cui durata si aggira alle 33/61 ore. Il pozzo é stato temporaneamente chiuso a metà luglio, ma Static Kill dovrebbe essere la soluzione definitiva per la falla. Secondo stime diffuse dalle autorità americane in accordo con Bp, dal 20 aprile, giorno dell’incidente, il pozzo ha riversato in mare 4,9 milioni i barili di petrolio, che corrispondono grosso modo a 780 milioni di litri. Di questi, ne sono stati recuperati circa 800mila barili, corrispondenti a 127 milioni di litri, il resto è andato disperso nelle acque del Golfo o è stato “sciolto” dagli oltre 7 milioni di litri di solventi rovesciati sulla gigantesca macchia nera nei primi giorni dell’emergenza.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.