Non profit

Beffa senza fine

Le Poste continuano ad applicare i prezzi pieni: il non profit ora pensa a una mobilitazione

di Maurizio Regosa

«È tempo di dare una scossa». A parlare è Rossano Bartoli, segretario della Lega del Filo d’Oro che a proposito di tariffe postali è seriamente preoccupato. «Sono passati più di due mesi e mezzo da quando è stata reintrodotta la possibilità delle agevolazioni, eppure non è ancora successo nulla. È rimasta teoria: se vai in posta ti chiedono le tariffe piene». Nessuna nuova non è sempre buona nuova, del resto. Provate a chiedere all’Anmic, il cui servizio amministrativo ha telefonato alla Ragioneria dello Stato per sapere direttamente da loro che fine avevano fatto i 30 milioni stanziati (li ha decisi il Parlamento, nell’ambito della norma Incentivi).
Gli addetti Anmic si son sentiti dire di non contarci troppo su quelle risorse. «C’è di che preoccuparsi e molto», commenta Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore, il quale non esclude a questo punto una qualche forma di mobilitazione.

In effetti il «mal di pancia» (chiamiamolo così, per carità di patria) cresce e dilaga. Azione Cattolica, per citare un caso, sarebbe sul punto di dire il suo «basta» (e nella decisione sarebbe sostenuta direttamente e con forza da monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana). «Abbiamo da tempo giacente materiale che avremmo voluto spedire ai nostri sostenitori. Forse dovremo mandarlo al macero», incalza Bartoli. Analogo il destino della newsletter Anpas: «Pronta da giugno, sta invecchiando», scandisce Fausto Casini. Insomma, forse anche sulla scorta del recente successo della manifestazione dei disabili, potrebbe essere molto vicino il ricorso alla piazza. Anche perché c’è chi teme che la lentezza dell’iter amministrativo non sia effetto delle ferie estive, ma sia invece frutto di un calcolo: 30 milioni di euro non sono tanti, si ragiona, se il decreto arrivasse verso ottobre servirebbe a coprire almeno le mailing di Natale; se i fondi fossero disponibili prima chissà…


Il futuro del resto inquieta molti, fra cui Niccolò Contucci dell’Airc: «Va bene pensare al 2010, ma occorrerebbe cominciare a lavorare per il prossimo anno». Non c’è dubbio: le agevolazioni quando arriveranno termineranno con il 31 dicembre e non sarà più possibile chiederle nella forma attuale per il 2011. Il motivo? Lo ha ricordato di recente l’Antitrust: entro il 31 dicembre 2010 dovrà essere recepita la direttiva comunitaria 2008/6, che ha tra le sue disposizioni l’apertura del settore dei servizi postali. Così come sono formulate ora, le riduzioni di tariffe (con la compensazione a chi gestisce il traffico) non saranno più possibili, visto che ci saranno più soggetti in concorrenza fra loro (Tnt sta già affilando le armi, parola di amministratore delegato). Dunque? «Dobbiamo lavorare con il dipartimento dell’Editoria per trovare una nuova modalità di erogazione. Si potrebbe pensare alla costituzione di un fondo e al riconoscimento diretto alle non profit che dovranno con ogni probabilità chiedere un rimborso a posteriori», conclude Contucci. Incombe quindi una nuova architettura che è tutta da costruire e condividere. E i tempi sono già notevolmente stretti…


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