Famiglia

Zamagni: ecco perché sarete un caso mondiale

Intervista/1

di Redazione

«È un’operazione estremamente positiva che avrà successo». Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per le onlus, appoggia il nostro percorso: «È una svolta copernicana che desta sorpresa anche all’estero».
Vita: Addirittura?
Stefano Zamagni: Una società di capitali che, pur non distribuendo dividendi per statuto, accetta la sfida della collocazione in Borsa. È il primo caso al mondo. Una scelta che ha anche un forte valore simbolico.
Vita: Perché?
Zamagni: Il terzo settore non può continuare ad affidarsi alla filantropia privata o alle erogazioni pubbliche. Ora se la filantropia privata non è sufficiente pur essendo evidentemente utile, se gli interventi pubblici sono destinati a diminuire, non resta che l’accesso ai mercati dei capitali per garantire la possibilità di interventi. Sono stato recentemente negli Usa e ho parlato del vostro caso. Non credevano possibile una cosa del genere.
Vita: Eppure negli Usa la filantropia ha un ruolo importantissimo.
Zamagni: Certo, ma il non profit statunitense è redistributivo, quello italiano è produttivo. Quindi gli americani redistribuiscono quello che hanno ottenuto: più raccolgono grazie alla filantropia, più redistribuiscono. Per loro non c’è il problema di finanziare lo sviluppo. La tradizione italiana produce beni e servizi. Per far questo occorrono finanziamenti. Se io produco devo scrivere piani di sviluppo, ho bisogno di capitali di rischio. L’operazione di Vita ci fa capire che ci può essere un’impresa sociale che ha bisogno di capitale di rischio. Anche se, per quanto riguarda gli investitori, si tratta di un rischio molto basso.
Vita: Il terzo settore coglierà questa sfida?
Zamagni: Come altri mondi vitali, anche il terzo settore non è uniforme. Ci sono soggetti che hanno una mentalità imprenditoriale e altri che ne hanno una solidaristico-assistenziale redistributiva. Attualmente la componente dominante è senza dubbio questa seconda. Quella imprenditoriale che crea valore sociale è ancora minoritaria, ma le minoranze profetiche quando operano bene alla fine diventano maggioranza. Ed è quello che succederà. Non credo che Vita andando nel mercato dei capitali si snaturi. C’è una sola contromisura, affrontare il percorso verso la piazza con la propria faccia.


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