Non profit

Messina Denaro, un boss da area di rigore

di Redazione

Love. Ora si discute sugli afflussi incontrollati ordinati dalla Polizia tedesca, si chiede la testa del sindaco di Duisburg. Intanto Giulia Minoli, una ragazza giovanissima di Brescia, è morta in modo orribile insieme ad una ventina di suoi coetanei, schiacciati dalla folla presa dal panico. Doveva essere la Love Parade, rassegna musicale di massa che celebra la musica techno da circa vent’anni. È stata una trappola di morte, qualcosa di simile accaduto ai tifosi travolti nello stadio dell’Heysel o ai pellegrini della Mecca. Qui il rito fanatico è di tipo giovanile e musicale, la folla anonima diventa però allo stesso modo un mostro incontrollabile e assassino. Lei, Giulia, viene celebrata sui giornali e in televisione grazie alle sue testimonianze lasciate su Facebook. I sogni, le foto, le frasi di una ragazzina, come tanti nostri figli. A lei va il nostro pensiero. Davvero Duisburg è senza colpevoli: non si sentono responsabili i ragazzi presi dal panico, non si sente responsabile la Polizia locale, che doveva garantire l’ordine pubblico, non si sentono parte in causa gli organizzatori. La folla è per sua natura irresponsabile. Tende a cancellare, e non in senso figurato, ogni persona singola. Per questo la tragedia alla Love Parade è il paradigma di un nostro male di vivere: quello della società massificata, dove il Potere usa la bestia della folla per annientare la coscienza dell’individuo, e alla fine negare il desiderio che c’è in ogni persona.
Vento. Di colpo non ci si lamenta più dell’estate calda. Il clima è improvvisamente diventato limpido, quasi settembrino. E tuttavia il prezzo dell’improvviso mutamento è stato salato: tempesta di vento in Liguria, distruzione concentrata delle coltivazioni in Veneto. A Genova una turista spagnola ha perso la vita cadendo dalla passerella di una nave da crociera, nella stessa giornata due sub, padre e figlio, seppure accompagnati da un istruttore, non sono più tornati a galla. Dopo l’iniziale sollievo, provocato dall’abbassamento delle temperature, fa riflettere l’intensità dei fenomeni in un periodo che dovrebbe essere stabile. Almeno atmosfericamente.
Stadio. Secondo una soffiata giunta ai carabinieri del Ros, il boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro è andato, lo scorso 9 maggio, ad assistere ad una partita del Palermo allo stadio della Favorita. Lo avrebbe fatto perché il match coincideva con un summit mafioso. La circostanza ha dell’incredibile, perché fra l’altro gli accessi allo stadio sono da tempo nominativi e legati ad un documento d’identità. La partita era contro la Sampdoria, in ballo l’accesso alla Champions League. Mafia a dimensione europea.

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