Non profit
Ecco come conservarli al meglio d’estate
L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha stilato una lista di consogli utili
di Redazione
Valigie pronte per il grande esodo di agosto. E fra costumi e magliette non può mancare un kit di farmaci da portare con sè per rimediare ai piccoli imprevisti oppure per proseguire una terapia in corso. Ma come conservare al meglio i medicinali per evitare spiacevoli inconvenienti? Lo spiega l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha stilato un elenco di preziosi consigli da seguire durante le ferie estive.
1) Leggere attentamente le modalità di conservazione indicate nelle informazioni del medicinale. Qualora queste non fossero specificate, conservare il prodotto a temperatura inferiore ai 25 gradi in luogo fresco e asciutto. Nel caso non fosse possibile è bene conservarlo in frigo e, in caso di viaggi o soggiorni fuori casa, trasportarlo in un contenitore termico. Agenti atmosferici come eccessiva luce o sbalzi di temperatura possono deteriorare il medicinale.
2) Esporre i medicinali per un tempo esiguo (una o due giornate) a temperature superiori a 25 gradi non ne pregiudica la qualità, ma per un tempo più lungo ne riduce considerevolmente la data di scadenza. Se invece la temperatura di conservazione è specificatamente indicata, non rispettarla potrebbe addirittura renderli dannosi per la salute.
3) Se si utilizzano farmaci in forma pressurizzata (spray), è consigliabile evitarne l’esposizione al sole o a temperature elevate e utilizzare contenitori termici per il trasporto.
4) In caso di terapia con farmaci a base di insulina, è bene ricordare che questi vanno conservati in frigorifero; qualora si debbano affrontare lunghi viaggi è consigliabile collocarli in una borsa termica che li mantenga alla giusta temperatura e, nel caso di viaggio aereo, trasportarli nel bagaglio a mano.
5) Evitare di inserire farmaci diversi in una sola confezione o mescolarli in uno stesso contenitore per risparmiare spazio in valigia: si potrebbero avere poi delle difficoltà a riconoscere la data di scadenza, la tipologia del medicinale e il dosaggio.
6) Evitare l’uso di contenitori portapillole non esplicitamente destinati al trasporto di farmaci, in quanto potrebbero facilmente surriscaldarsi o rilasciare sostanze nocive e alterare così le caratteristiche del medicinale.
7) Alcuni farmaci possono causare reazioni da fotosensibilizzazione a seguito dell’esposizione al sole. Controllare attentamente le istruzioni in caso di assunzione di: antibiotici (tetracicline, chinolonici), sulfamidici, contraccettivi orali (pillola), antinfiammatori non steroidei (Fans), prometazina (antistaminico).
8) Evitare l’esposizione al sole dopo l’applicazione di gel/cerotti a base di ketoprofene e fino a due settimane dopo il trattamento. Lo stesso vale per le creme a base di prometazina, spesso utilizzate per le punture di insetti o allergie cutanee; in ogni caso lavare accuratamente la zona interessata, in modo da evitare la comparsa di macchie o nel peggiore dei casi, vere e proprie ustioni. Per tutti gli altri medicinali in forma di gel/crema è bene verificarne la compatibilità con l’esposizione al sole.
9) Il caldo può provocare l’abbassamento della pressione anche in soggetti ipertesi, pertanto la terapia dell’ipertensione arteriosa, ovvero pressione alta, (Ace inibitori in associazione o meno con diuretici, sartani, calcio antagonisti, diuretici, beta bloccanti, bloccanti dei recettori alfa adrenergici) e di altre malattie cardiovascolari, potrebbe richiedere un riadattamento da parte del medico/specialista nel periodo estivo.
10) Nel caso di un farmaco presente in diverse forme farmaceutiche e in assenza di specifiche controindicazioni (ad esempio la difficoltà di deglutizione), sono consigliabili le formulazioni solide rispetto a quelle liquide che, contenendo acqua, sono in genere maggiormente sensibili alle alte temperature (termolabili).
11) Intorno agli occhi, nel periodo estivo, è meglio non utilizzare prodotti che con il calore possono entrare a contatto con la superficie oculare, come creme o pomate non idonee all’uso oftalmico.
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