Volontariato

G8: stamane una Genova irreale

Città deserta, tangenziali vuote; sessanta allarmi bomba in tre giorni

di Paul Ricard

G8: GENOVA IRREALE, SENZA TRAFFICO E CITTADINI Il G8 non e’ ancora incominciato ma la citta’ di Genova gia’ vive in stato d’assedio. Da lunedì oltre sessanta gli allrmi bomba. Una citta’ irreale, improvvisamente senza traffico e soprattutto senza persone. Dalla mezzanotte di ieri le forze dell’ordine hanno cominciato a delimitare la cosiddetta ‘zona rossa’, a ridosso del porto (e comprendente le vie centrali della citta’) e all’interno della quale si ritroveranno gli otto grandi, le loro delegazioni e gli oltre 5.000 giornalisti presenti. Grate a maglia fissa, alte 5 metri e verniciate di grigio, impediscono l’accesso a chi non e’ munito di ‘passy’. Una linea di confine che si incastra tra vecchi palazzi medievali e che, nelle intenzioni degli organizzatori, servira’ per proteggere non solo gli otto grandi ma anche gli abitanti della zona da eventuali violenze. Abitanti che comunque sembrano aver reagito in un solo modo alla situazione: allontanandosi dalla citta’. Alle 7 di questa mattina infatti la tangenziale che passa sopra il porto (ancora aperta al traffico) e solitamente croce di automobilisti e tassisti per l’elevato traffico, era completamente vuota. Molti esercizi commerciali sono stati chiusi, con i proprietari che hanno barricato e blindato con assi di legno o lamiere le vetrine. Gli abitanti di Genova, in particolare quelli all’interno della zona rossa, sembrano essere stati sostituiti dalle forze dell’ordine che a migliaia presidiano la citta’ con un abbraccio quasi soffocante. E per chi arriva con l’aereo – entro oggi perche’ da questa sera l’aeroporto Cristoforo Colombo verra’ chiuso fino a lunedi’ prossimo, – l’accoglienza non e’ delle piu’ rassicuranti, con la lunga teoria delle batterie missilistiche lungo il perimetro della pista. ”Oggi Genova e’ piu’ simile alla Belfast della rivolta o alla Berlino del Muro”, dice un abitante del centro storico. E questo e’, da quello che sembra, il pensiero di tutti i genovesi.


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