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L’ultima mischia per l’Aquila?

La squadra simbolo della città è sull’orlo del fallimento

di Lorenzo Alvaro

È nuovamente allarme a l’Aquila. Questa volta a tremare sono i tifosi di rugby. Ha cominciato infatti a circolare in queste ore a la notizia che “L’Aquila Rugby” sia sull’orlo del fallimento e potrebbe chiudere i battenti. Gli atleti che nelle ore immediatamente successive al terremoto che ha devastato il capoluogo abruzzese nell’aprile 2009 salvarono molte vite, oggi sarebbero stati abbandonati e senza stipendio. È il caso di Dario Pallotta. Ad aprile del 2009 era infortunato e per questo non era andato con la squadra dell’Aquila rugby per la trasferta in Sardegna. Era nella sua casa di piazza san Domenico, centro storico della città. Quando scese in strada, dopo la scossa, sentì dei lamenti dalla casa di fronte. Tre anziane signore, due con la sedia a rotelle, una anche con la bombola di ossigeno, che non riuscivano a scendere. «Me le sono caricate una alla volta. Non la smettevano di ringraziarmi» raccontò. Poi venne raggiunto da tre compagni di squadra, Stefano Varrella, Carlo Cerasoli e Lorenzo Bottini. E tutti insieme andarono all’ospedale. Si caricarono a spalla i venti malati di ortopedia, padiglione che andava sgomberato perché pericolante. Eroi e anche vittime, questi giganti buoni. Lorenzo Sebastiani, un altro giocatore della squadra, morì sotto le macerie. «altrimenti ci avrebbe aiutato anche lui» fu il commento amaro di Pallotta.

Per ironia della sorte recentemente la squadra nero verde è stata insignita del premio Fair Play Mecenate. Un riconoscimento nato per premiare importanti e significativi personaggi o istituzioni sportive nazionali protagoniste di iniziative e comportamenti di rilievo in settori che legano sport e società civile. Nel caso della selezione abruzzese la motivazione  è per «il contributo dato dal club alla città, in particolare dopo il terremoto del 6 aprile 2009». Subito torna alla mente la tendopoli dell’Anpas che per mesi sorgeva nello stadio di rugby aquilano grazie alla disponibilità dei vertici societari.

A ritirare il premio a Cortona, proprio mentre in città si rincorrevano voci insistenti sull’imminente scomparsa del club in passato campione d’Italia, sono stati i consiglieri Marco Molina e Antonello Cialente. Oggi intanto il presidente del comitato abruzzese della Fir Angelo Trombetta è intervenuto per cercare di risolvere il problema degli impianti (L’Aquila attualmente non ha campo) e per auspicare che «ci sia la volontà d’ impegnarsi, da parte di tutti, per non permettere che il rugby abruzzese e italiano perdano un simbolo storico come L’Aquila Rugby 1936». Ora Trombetta convocherà le società di rugby della zona «per predisporre, insieme al Comune, al Coni e al Cra, gli interventi necessari per la sistemazione delle strutture sportive, anche alla luce delle risorse arrivate sul territorio, e per pianificare, dove possibile, l’utilizzo degli impianti già sistemati secondo lo spirito più vero e genuino della condivisione rugbistica». Così, mentre buona parte della “rosa” della scorsa stagione ha già lasciato la città e sotto contratto sarebbero rimasti solo dodici giovani giocatori locali, la palla, anzi l’ovale, passa alla federazione il cui Consiglio, presieduto da Giancarlo Dondi, aveva deliberato nei giorni scorsi, nonostante tutto, l’ammissione di L’Aquila (che ha perso lo sponsor Ferla) al prossimo campionato di Eccellenza.

 

 

 


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