Cultura
“L’Italia deporta una nigeriana a rischio di morte”
L'ong EveryOne riporta che la 23enne è stata rimpatriata lo scorso 20 luglio dal Cie di Bologna al suo paese, dove rischia il patibolo per una condanna passata
“Faith Aiworo, 23 anni, è stata arrestata e deportata dall’Italia nel suo paese di origine, la Nigeria, dove rischia il patibolo, in spregio alla Convenzione di Ginevra e alle normative internazionali sulla protezione umanitaria e sussidiaria”. Lo denuncia il Gruppo EveryOne, organizzazione per i diritti umani con sede in Italia. La giovane è arrivata in Italia nel 2007, dopo aver subito una condanna penale per l’omicidio del suo datore di lavoro, che aveva tentato di violentarla. Uscita su cauzione, si è rifugiata a Bologna. Secondo le leggi nigeriane e considerato il potere economico e politico della famiglia dell’uomo che aveva provato a stuprarla, Faith potrebbe essere condannata a morte.
In Italia non ha ricevuto asilo né permesso di soggiorno umanitario, quindi è divenuta clandestina, in base alla legge 94/2009 (oggetto di una denuncia formale di EveryOne al Consiglio Diritti Umani dell’ONU, all’Alto Commissario per i Diritti Umani Pillay e al Consiglio d’Europa), e ha ricevuto due decreti di espulsione. Alcune settimane fa, a Bologna, ha subito un nuovo tentativo di stupro. L’uomo è finito in carcere, ma anche la giovane è stata internata nel CIE bolognese di via Mattei e il 20 luglio è stata prelevata e trasferita in Nigeria, dove è stata arrestata e imprigionata immediatamente.
Il Gruppo EveryOne, insieme alla Rete Antirazzista, chiede al ministro degli Esteri Frattini e ai presidenti di Camera e Senato, on. Fini e Schifani, di avviare nell’immediato attraverso i propri consiglieri diplomatici le procedure di trasferimento sicuro della giovane donna a rischio di vita nel territorio italiano, per scongiurare trattamenti inumani e degradanti o addirittura la sua messa a morte. EveryOne ha inoltre sollecitato un intervento del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa Thomas Hammarberg, e dell’Alto Commissario Onu per i Rifugiati Antonio Guterres affinché intraprendano “con la massima urgenza presso le autorità nigeriane azioni per scongiurare la messa al patibolo di Faith e favorire quindi il suo ritorno a Bologna, dove si è costruita una nuova vita e dove è innegabile il suo diritto all’asilo politico”.
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