Non profit

Veronesi: «perché dico sì all’agenzia»

Il senatore oncologo scrive al Corriere della Sera

di Maurizio Regosa

In una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera, Umberto Veronesi, senatore del Pd, fa chiarezza sulla sua posizione: «Sto valutando attentamente» l’ipotesi di una mia nomina a presidente dell’Agenzia per la Sicurezza del nucleare. Sono però cinque i punti che Veronesi tiene a chiarire: «Primo, la scelta non è ancora fatta… Nel caso in cui accettassi, sicuramente mi dimetterei dal Senato. Lo farei non per motivi partitici, ma perché non potrei conciliare attività scientifica, agenzia e lavori in Senato. Dunque al momento continuo la mia attività senatoriale». Secondo: «ho posto precise condizioni al mio sì: il piano deve essere tecnologicamente avanzato, economicamente sostenibile e professionalmente gestito da figure di alto profilo scientifico e non selezionate in base a logiche di partito. Inoltre il mio ruolo deve garantire ampi margini di libertà di decisione e di azione, e deve essere compatibile con la mia attività clinica, medica e scientifica, che non ho alcuna intenzione di abbandonare». Terzo: «le mie competenze in qualità di presidente sarebbero di coordinamento degli esperti in materia di nucleare (prevalentemente fisici), con una responsabilità diretta circa la sicurezza per la salute della popolazione». Quarto: «la motivazione del mio profondo interesse per la proposta è che ritengo che la scelta del nucleare sia un bene per il Paese, che amo e che vorrei vedere sviluppare in linea con gli standard mondiali più avanzati. La mia posizione ha origini scientifiche “storiche” e non è cambiata nel tempo… Come fonte di energia, il nucleare è al momento la meno tossica per l’uomo: il rischio collegato al suo utilizzo è quello di incidente alle centrali di produzione, ed oggi nel mondo è calcolato vicino allo zero». Infine, scrive Veronesi, «la mia eventuale decisione a favore della nomina non cambia il mio pensiero, la mia filosofia e il mio impegno sociale. Sono legato (in alcuni casi anche iniziatore) ai movimenti che sostengono i diritti dei più deboli e dei più poveri, che lottano contro l’ingiustizia sociale, che si impegnano contro gli squilibri economici, l’indigenza e la fame nel mondo, che promuovono la pace e il rispetto dei diritti umani, che agiscono a favore della questione femminile. Questi sono i temi che applicano i valori della Sinistra, a cui ho aderito per tutta la vita, dalla lontana Resistenza, all’incarico come ministro in un governo di sinistra, fino al mio recente impegno in Parlamento».

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