Non profit

Mino Damato la star tv che scelse gli altri

di Redazione

Corto. Un autobus a due piani e un cortocircuito: i fumi velenosi che si sprigionano e i passeggeri che cercano scampo all’aperto. Bilancio: un morto e qualche ferito. È accaduto in questa estate italiana in Liguria, in una galleria fra Celle e Varazze. Il pullman era pieno di filippini in gita. Lavoratori stranieri in Italia che avevano organizzato assieme una giornata di svago al mare. Ci resta addosso un po’ di disagio visto che questi stranieri li abbiamo chiamati noi a lavorare qui. Dicono le cronache che in questo caso la macchina dei soccorsi è stata particolarmente efficiente e che almeno 50 persone sono state coinvolte nel salvataggio della gran parte dei passeggeri. Come se questo disagio fosse davvero largamente avvertito e tutti si siano sentiti in dovere di fare qualcosa.
Aiuto. Era già accaduto alle Amiche per l’Abruzzo, le migliori cantanti italiane messe assieme da Laura Pausini. Ora anche Jovanotti, uno dei promotori di «Domani», chiede perché i tanti soldi raccolti (un milione e 200mila euro nel loro caso) non sono ancora stati spesi a L’Aquila. Lo fa su La Stampa dove si rivolge al ministro dei Beni culturali perché i cantanti avevano pensato di dare i fondi raccolti per il Teatro Stabile e per il Conservatorio, nella Zona Rossa. Proteste legittime, anche se c’è da notare che L’Aquila attirava molto nell’immediato (non solo i politici ma anche le star della musica) e oggi sembra un luogo più problematico. Da tanti punti di vista. Chi raccoglie la solidarietà della gente poi deve sapere che spedire aiuti non basta. Che la ricostruzione nella Zona Rossa cominci quanto prima, con le giuste regole e le giuste responsabilità locali. E che le star non si lamentino troppo, sennò la cosa diventa davvero odiosa per la gente di Abruzzo.
Ciao. Se n’è andato Mino Damato, uno che invece quando ha deciso di fare il bene non si è interessato della sua immagine. Aveva infatti prima vissuto tutte le tappe della carriera del Grande Giornalista Televisivo (con moltissimi meriti rispetto ai campioni della categoria di oggi), guardando in faccia il mostro di una popolarità esagerata ed esasperata. Ha avuto la tentazione di fare il faccionista tutta la vita, dopo un inizio di carriera molto serio e rigoroso, di buttarsi cioè nello spettacolo del giornalismo e nel giornalismo spettacolo. Poi ha messo la sua faccia a favore degli altri. Allora, è stato davvero felice. Alla fine è stata la Romania a fargli cambiare tutto. Ha adottato una bambina di quel posto, malata di Aids. È diventato amico di tanti nel mondo del volontariato. Che lo ricordano con affetto.

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