La sigla sta per “impact catalyst”: professionisti che con il loro know how generano un impatto sulle organizzazioni. Lo fanno per scelta, ma non per volontariato… Coinvolgere professionisti del business nella gestione e direzione di organizzazioni filantropiche e imprese sociali è la sfida del programma ICats, inaugurato nel 2007 dalla LGT Venture Philanthropy – società di asset management di proprietà della casa regnante del Liechtenstein – la cui mission è selezionare e supportare gli enti che promuovono la sostenibilità e si sforzano ogni giorno di innalzare la qualità della vita delle persone più svantaggiate.
Cinque ruoli in palio
Il programma nasce dall’esigenza di fornire alle non profit e alle imprese sociali il know how, le risorse materiali e il capitale intellettuale di cui necessitano rispondendo, contemporaneamente, al desiderio dei professionisti di operare nel terzo settore e di agire così come (e da qui il nome del programma) “impact catalyst”, cioè “catalizzatori” di impatto. Il profilo di un ICat risponde al professionista che mette a disposizione delle organizzazioni filantropiche le competenze ed esperienze maturate in almeno un paio d’anni di attività lavorativa. Ben diverso dal prestare servizio di volontariato (l’attività di un ICat è remunerata), il modello ICats si articola in una piattaforma di scambio. La supervisione di LGT Venture Philanthropy garantisce la corretta gestione del processo di selezione dei candidati, assicurando la perfetta combinazione tra l’aspirante ICat e le strategie della non profit. Le posizioni degli ICats sono definite secondo cinque ruoli – fellow, mentore, consulente, trainer e implementer – ciascuno dei quali, durante il proprio incarico, assume determinate connotazioni all’interno dell’organizzazione e gestisce particolari attività, che spaziano dalla creatività alla tecnica, passando per l’amministrazione e il project management. Il programma genera una situazione win-win per tutti i partecipanti: mentre gli ICats creano valore sociale tangibile, godendo di un’esperienza unica e formativa, e gli enti filantropici beneficiano di un’elevata professionalità e dell’applicazione di un’expertise aziendale, le società traggono profitto da uno staff capace di operare in contesti delicati, multisensoriali e interculturali.
Parola di Cynthia
Cynthia Schweer – ex allieva del programma di fellowship ICats 2009 – così descrive la sua esperienza lavorativa come ICats Fellow a Città del Capo: «Dopo aver conseguito un Mba alla Insead, ho istituito la sede operativa in Usa della Starfish, organizzazione che assiste i bambini orfani in Sudafrica. In questo ruolo ho potuto constatare direttamente le difficoltà nel fare differenza in un settore cronicamente limitato nelle risorse». «Nel 2009, nel ruolo di ICats Fellow», continua Schweer, «ho cominciato a lavorare come business development strategist per mothers2 mothers. Come ex consulente, ho notato che i giorni lavorativi non erano poi così diversi. L’unica differenza era che, al posto di risparmiare un centesimo su ogni dollaro per l’azienda, cercavo di incrementare il numero delle donne che avessero accesso alle cure mediche basilari! I fogli elettronici diventano più interessanti quando applicati in questo contesto!».
Ma il programma è stato anche una grande chance umana: «All’inizio ero un po’ cinica nei confronti del settore non profit ma il livello di talento che ho acquisito ha cambiato totalmente la mia prospettiva. Considero il programma ICats una completa trasformazione della mia carriera». Le posizioni ICats vengono offerte annualmente e hanno una scadenza fissa. I fellow lavorano 11 mesi con LGT Venture Philanthropy sul campo e sono supportati da un programma di mentoring mensile.
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