Non profit

Giro d’Italia delle terme “libere”

Tutte le oasi naturali, dalla Toscana alla Sardegna

di Chiara Cantoni

Un piccolo gioiello incastonato nella Val d’Orcia, fra paesaggi da cartolina, vigneti pregiati e antiche abbazie. Nel borgo medievale di Bagno Vignoni, frazione di San Quirico (SI), al posto della piazza centrale, campeggia una grande vasca termale del Cinquecento, alimentata direttamente dalla sorgente. Intorno, un borgo in miniatura, con la sua chiesa, il loggiato, una manciata di case e botteghe. Al calare del sole, fumanti vapori sulfurei avvolgono il tutto, creando un’atmosfera surreale. Per ragioni di decoro, nella vasca non è ammessa la balneazione, ma nella piscina che raccoglie le acque ai piedi della collina, sì.
Questo è solo una delle ultime oasi naturali non ancora raggiunte dall’industria del benessere a pagamento; rivoli sorgivi che sgorgano dal nulla, pozze di acqua calda a cielo aperto, bacini vaporosi ricchi di sedimenti e di sali minerali ad azione curativa: terme libere, insomma, assai più spartane di una Spa, ma altrettanto terapeutiche e soprattutto gratuite. Il Belpaese le nasconde un po’ in tutte le regioni: calate in straordinari contesti naturali, come le fumarole dell’Isola Vulcano, in Sicilia; o, spesso, nei pressi di siti archeologici romani, come le fonti di Fordongianus, nell’alto Oristanese.
La Toscana, a sud di Pienza, in un bosco da fiaba alle falde del Monte Amiata, custodisce uno dei fenomeni termali più belli: i Bagni San Filippo. Un paradiso illuminato dal sole che filtra fra gli alberi; stalattiti e stalagmiti compatte fra cascate che precipitano a formare laghetti fumanti, sfumati dall’impalpabile borotalco bianco dei depositi calcarei. Anche qui, nessun pedaggio: ci si immerge e si beneficia delle acque a costo zero. Ma è alle Cascate del Mulino, a Saturnia (GR), in Maremma, che spetta la palma di terme libere più famose d’Italia. Vere e proprie cascate sulfuree, alimentate dal torrente Gorello, che ha creato nel tempo vasche naturali dove calarsi, anche d’inverno, per godere di indubbie proprietà terapeutiche.
A 4 chilometri da Civitavecchia, le Terme di Ficoncella, accessibili a un prezzo risibile, sono note per le docce sulfuree, mentre a Viterbo le piscine del Bagnaccio offrono momenti di autentico relax nelle cinque vasche di bianco travertino, gestite dai volontari dell’associazione ecologica Amici del Bagnaccio. Più a sud, ritagliate fra rocce a strapiombo sul mare, nel comune di Forio d’Ischia, gli isolani custodiscono gelosamente le pozze pubbliche di Sorgeto, dove le acque ipertermali fuoriescono dal fondale marino a una temperatura di quasi 90°, creando una preziosa miscela, pagata a caro prezzo nei trattamenti di talassoterapia. A buon intenditore?


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