Economia

Lo sviluppo passa per l’economia sociale

Sì al parere di Luca Jahier nell'ultima Plenaria del Comitato economico e sociale europeo (Cese) che si è chiusa ieri

di Redazione

L’economia sociale, rappresentata da cooperative, mutue, associazioni, fondazioni e imprese sociali, costituisce oggi su scala mondiale una realtà importante, che si distingue per la sua capacità di innovazione, il suo dinamismo, la sua flessibilità e resilienza anche nelle condizioni di maggiore crisi, così come per la sua capacità inclusiva, soprattutto delle fasce più povere e marginali della popolazione, in tutte le società.

In Africa, l’economia sociale è un settore che è stato sinora largamente dimenticato dall’insieme della comunità internazionale, inclusa l’Unione europea. Non viene riconosciuta nelle sue specificità e dunque non viene attivamente coinvolta nelle politiche e nei processi decisionali e di consultazione.

Tuttavia, nel continente africano essa è profondamente radicata nei sistemi tradizionali di solidarietà, di impresa collettiva e comunitaria, che spesso si trasformano in impresa cooperativa o nelle forme più diverse di strutture mutualistiche. Molte di tali organizzazioni sono inoltre una parte vitale di quel vasto insieme che viene chiamato economia informale, dove opera una percentuale della popolazione compresa tra l’80 e il 95%.

L‘economia sociale si può così candidare ad essere un ponte tra l’economia informale e l’economia formale per realizzare anche in Africa le condizioni dell’Agenda per un lavoro decente, aumentando la produttività, migliorando le condizioni di lavoro ed estendendo misure di protezione sociale.

Per supplire all’assenza di iniziative a livello nazionale o internazionale, o per integrare quelle esistenti, l’economia sociale ricorre a soluzioni applicate a livello locale per risolvere problemi sociali ed ha già dimostrato di essere in grado di mobilitare crescita sociale ed economica a livelli consistenti, raggiungendo in alcuni casi tassi di crescita che superano il 10% annuo. Nei settori dell’agricoltura, dei servizi socio-assistenziali e sanitari e del credito, cooperative e mutue  rappresentano già in alcuni paesi uno degli attori socio-economici di primaria importanza.

Questi gli elementi principali del parere di iniziativa – relatore Luca Jahier, Vicepresidente del Gruppo III del CESE e Presidente del Consiglio nazionale delle ACLI – che il Comitato economico e sociale ha approvato ieri a Bruxelles, fornendo così un contributo di indubbio valore alle istituzioni europee e proseguendo nella propria opera di ponte con la società civile europea e sostegno al rafforzamento degli attori non statali del continente africano, anche nella prospettiva del 3° Summit Unione Africana – Unione Europea del prossimo novembre 2010 a Tripoli.

Nel contesto della crisi globale, la natura innovativa dell’economia sociale e il suo importante contributo allo sviluppo locale sono stati riconosciuti finalmente dall’OIL, che ha adottato una risoluzione e un piano d’azione per promuovere le imprese e le organizzazioni dell’economia sociale in Africa (19-21 ottobre 2009).

Anche la Banca mondiale e il FMI hanno manifestato un rinnovato interesse verso l’economia sociale, vista la resilienza da essa dimostrata nel corso della crisi, in particolare da parte del movimento cooperativo.

Nel quadro del proprio ampio ventaglio di politiche di cooperazione e di accordi di partenariato, essendo peraltro il primo donatore mondiale, l’UE ha dunque un interesse strategico ad essere un protagonista attivo nel riconoscimento e nella promozione di un attore socio-economico così importante.

Il parere fornisce infine una lista dettagliata e molto articolata di proposte affinché l’UE possa sviluppare nei prossimi anni questo approccio strategico e sollecita anche il Parlamento europeo a dare un seguito anche a questa dimensione internazionale dopo l’importante risoluzione Toia sull’Economia sociale europea, adottata dal PE lo scorso febbraio 2009.

Risoluzione PE nel febbraio 2009, Conferenza regionale ILO nell’ottobre 2009, parere CESE luglio 2010: un anno è mezzo di straordinario protagonismo e rilancio istituzionale per l’economia sociale a livello mondiale, riconoscendo e promuovendo così la pluralità delle forme di impresa, tema di particolare rilievo in un’epoca di così grave crisi economica.

La prossima tappa, l’avvio di una prima scuola sperimentale per quadri dell’economia sociale mondiale, promossa dal CESE e dall’ILO al Centro di formazione internazionale delle Nazioni Unite a Torino, alla fine del prossimo ottobre 2010.


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