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Addio lavoro nero. Conviene l’emersione

Nella manovra dei cento giorni le istruzioni per mettersi in regola che riguardano anche le cooperative sociali

di Giulio D'Imperio

La manovra dei 100 giorni, approvata dal Consiglio dei ministri, prevede un?importante opportunità per le aziende del Terzo settore che spesso, per la loro situazione economica o perché mal consigliate, instaurano rapporti di lavoro non proprio regolari: la possibilità di regolarizzare la loro posizione con una dichiarazione di emersione. Opportunità importante se si pensa che le cooperative sociali delle regioni meridionali, abruzzesi e marchigiane , difficilmente possono usufruire dell?altra possibilità per emergere dal nero: un contratto di riallineamento retributivo. È importante per le aziende del Terzo settore, soprattutto cooperative sociali non in regola con i rapporti di lavoro (e sono parecchie), poter usufruire di questa opportunità non foss?altro per evitare spiacevoli sorprese quando sono sottoposte ad ispezioni ordinarie. Il tutto va visto come un vero e proprio condono tombale per chiudere con il pregresso e iniziare un nuovo ciclo, anche in virtù della nuova normativa sul socio di cooperativa. Le tante prestazioni occasionali poste in essere in modo del tutto arbitrario potrebbero essere denunciate come lavoro dipendente, evitando i verbali che porrebbero la azienda non profit sull?orlo del baratro. L?iter per regolarizzarsi Le aziende del Terzo settore che hanno fatto ricorso al lavoro irregolare, hanno la possibilità di regolarizzare la propria posizione entro il 30 novembre 2001 rilasciando una ?dichiarazione di emersione?. Al datore di lavoro è offerta la possibilità di una sanatoria fiscale e previdenziale per la durata di tre anni, oltre all?opportunità di regolarizzare le violazioni amministrative e penali per inadempimenti della normativa ambientale. Nel provvedimento di emersione rientrano anche i lavoratori che possono usufruire di alcune agevolazioni: l?esclusione dalla contribuzione previdenziale; e l?applicazione di un?aliquota Irpef per l?imponibile derivante dalla dichiarazione di emersione differente per i tre anni. Questa opportunità nasce dal fatto che chi percepisce compensi in nero, non solo non è coperto da contribuzione previdenziale, ma risulta un evasore, non denunciando al fisco le somme percepite. La possibilità del concordato Chi intende riemergere da una situazione irregolare può far valere la dichiarazione di emersione come proposta di concordato sia tributario sia previdenziale facendo la richiesta prima di ispezioni, accertamenti o notifiche dell?avviso di accertamento o di rettifica. Con la richiesta del concordato sarà il datore di lavoro a quantificare l?ammontare del costo del lavoro irregolare utilizzato anno per anno. In questo modo sarà tenuto a versare un?imposta sostitutiva di Iva, Irpef, Irpeg e contributi previdenziali, con tassazione separata rispetto al rimanente imponibile, applicando una aliquota pari all?8% del costo del lavoro non regolare dichiarato. Questo importo non risulterà gravato di interessi e sanzioni. Inoltre il datore di lavoro può scegliere se pagare il proprio debito in una unica soluzione (con uno sconto pari al 25% del dovuto), oppure in ventiquattro rate mensili senza applicazione di sanzioni. Con il pagamento integrale dell?importo dovuto sono estinti i reati di dichiarazione infedele e omessa dichiarazione per le imposte sui redditi e l?Iva (come previsto dagli artt. 4 e 5 del decreto legislativo n.74/2000), oltre alle altre violazioni amministrative e civili derivanti da violazioni fiscali e previdenziali causate dal lavoro sommerso. Se il datore di lavoro opta per il pagamento rateizzato, si applicherà la sospensione dei termini prescrizionali degli illeciti connessi all?applicazione del lavoro irregolare. Anche nel caso di richiesta di concordato da parte dei datori di lavoro, i lavoratori potranno estinguere i loro debiti fiscali e previdenziali collegati alle prestazioni di lavoro irregolare, pagando 200mila lire per ogni periodo pregresso, senza che sia applicata alcuna sanzione o interesse. Così i lavoratori sono garantiti dall?impossibilità di non essere sottoposti ad accertamenti fiscali e previdenziali per i periodi regolarizzati. Infine, potranno richiedere la ricostruzione della loro posizione relativamente agli anni precedenti, per un massimo di cinque, con il versamento di contributi volontari integrati, fino al massimo di un terzo del dovuto, con somme provenienti dal Fondo previsto dall?articolo 5 della Finanziaria 2001.


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